Etruria non paga debito determinato da una sentenza

Una sentenza le intimava di risarcire un suo cliente, ma Banca Etruria non paga il debito perché non ha soldi. Questa è un’altra vicenda, relativa all’affaire Etruria, che vi raccontiamo e che ha dei risvolti davvero particolari.

La storia

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Il tribunale di Arezzo

Il 5 maggio del 2015 il Tribunale di Arezzo emette una sentenza a carico di Banca Etruria, che la vede dover rifondere la cifra di 256mila euro ad un suo correntista. Non si tratta di una questione di obbligazioni o di risparmi, quanto di anatocismo bancario di cui il correntista era rimasto vittima. L’uomo era così ricorso davanti al giudice che, dopo aver disposto una perizia tecnica e aver appurato la natura del reale debito della banca verso il correntista, aveva condannato la banca al risarcimento.

Una sentenza che però arriva in un momento storico della banca davvero particolare, perché l’istituto bancario è già stato commissariato. Non si tratta di un’attenuante, anzi, il commissario straordinario avrebbe dovuto ottemperare a questa sentenza, che però è probabilmente passata in secondo piano rispetto a tutta una serie di questioni considerate, secondo noi a torto, più “imminenti e importanti”.

BANCA-ETRURIA-2Nonostante alcuni tentativi di conciliazione e di contatto da parte dei legali dell’uomo, ma senza ottenere alcun risultato. Si arriva quindi alla fatidica data del 22 novembre 2015, quando attraverso il decreto slava banche nasce la Nuova Spa, la good bank che si prende solo i crediti e non i debiti di Etruria.

Ma anche in questa occasione il 256mila euro dovuti al correntista non vengono saldati dalla banca. Il tutto mentre la dirigenza del nuovo istituto rifiuta categoricamente ogni rivalsa di credito a proprio sfavore, rimandando i creditori alla vecchia Banca Etruria, la bad company rimasta sul campo.

L’uomo, tramite i suoi legali, ha però spedito un atto di precetto verso la nuova banca, che secondo i legali del correntista è titolata a rispondere in solido rispetto a questa sentenza.

Vergogna!

Vergona è l’unica parola davanti al fatto che Banca Etruria non paga questo correntista. Saremmo al ridicolo e al comico se non fosse, invece, tutto drammaticamente vero.

Difendersi e rivendicare i propri diritti e i propri soldi è il minimo! Ma per farlo è necessario affidarsi ad avvocati esperti, in grado non solo di vincere contro le banche, ma di continuare la battaglia per ottenere il risarcimento dovuto, come questo caso.

Affidatevi sempre a professionisti e esperti, a chi le banche le sconfigge sul loro terreno.

 

 

 

 

 


Fonte: Arezzo Notizie