Banca condannata a risarcire l’azienda

Pretendeva 50mila euro da un’azienda sua correntista, invece è stata la banca condannata dal giudice a rifondere il proprio cliente di ben 25mila euro. La storia che vi stiamo per raccontare arriva da Sciacca, in provincia di Agrigento.

La vicenda

carigeLa Banca Carige, per mezzo di un decreto ingiuntivo, chiedeva al proprio cliente il rientro della somma di 49.714 euro. La cifra era il frutto di un debito per la cui estinzione il cliente aveva acceso un finanziamento.

La società si era però opposta all’ingiunzione, rivolgendosi ad un legale e portando in tribunale Carige. La parte debitrice, infatti, lamentava la pattuizione di tassi usurari su interessi, commissioni e spese, ma anche l’applicazione di interessi anatocistici.

La perizia tecnica

Il giudice del Tribunale di Sciacca, per analizzare la questione, aveva quindi disposto una CTU, in modo da ottenere un ricalcolo di tutti i conteggi e le operazioni finanziarie sul conto che non fosse di parte.

Le risultanze della CTU avevano quindi evidenziato che per circa un anno e mezzo i tassi d’interesse avevano sforato la soglia dell’usura bancaria. Non solo, al momento della chiusura del conto nel 2013 il saldo in favore dell’azienda era di oltre 44mila Euro. Erano stati capitalizzati gli interessi passivi per oltre 35mila euro, ed erano state applicate commissioni di massimo scoperto per quasi 8mila euro. Il saldo debitore creditore, al netto di tutto era pari a 25.746 euro.

La sentenza

Il Tribunale di Sciacca
Il Tribunale di Sciacca

Considerati tutti gli elementi raccolti il giudice Filippo Barba ha quindi emesso una sentenza che ha visto la banca condannata.

Nello specifico il giudice ha quindi stabilito che venisse innanzitutto revocato il decreto ingiuntivo nei confronti dell’azienda, che la banca restituisse a questa i 25.746 euro illecitamente ricevuti durante il rapporto che legava le due parti. Ha inoltre disposto che le spese legali (4.600 euro) vengano pagate sempre dalla banca, così come quelle relative alla CTU.

Fai valere i tuoi diritti

Ancora una volta assistiamo ad una scena già vista: un debito che si trasforma in credito. Ma nessuno è in grado di far valere i propri diritti se non li conosce e non sa di averli. Le banche ne approfittano e ci vanno a nozze.

Bene quindi ha fatto l’azienda in questione a ribellarsi. Soprattutto meglio ancora ha fatto ad affidarsi ad un professionista in grado di aiutarla a rivalersi.

Ed è proprio quello che vi invitiamo a fare: controllate i vostri conti, una pre-analisi è gratuita. Scoprite se c’è qualcosa che non va e poi rivaletevi sulla vostra banca. Fatelo però affidandovi ad esperti a chi le banche le ha già battute sul loro terreno. Affidatevi ad esperti nel settore.