All’ex sciatore Besson un prestito usurario

Un prestito usurario, che mette in pericolo case e attività imprenditoriali, con le banche pronte ad attaccarlo nelle sue proprietà. A questo si trova a dover far fronte l’ex campione di sci e membro della famosa valanga azzurra degli Anni ’70 Giuliano Besson. La sua colpa, secondo Unicredit che si è mossa nei suoi confronti, è quella di non riuscire a tenere fede agli impegni presi.

La vicenda

UNICREDITDopo il suo ritiro dalle competizioni, Besson insieme al compagno di squadra Anzi, fonda un’azienda di abbigliamento sportivo a fine Anni ’70, la Anzi Besson, ancora attiva e rilevata per il 50% da BasicNet. Alla fine degli Anni’90 sottoscrive dei finanziamenti ad interessi calmierati ma contenenti dei derivati. Da qui le mosse della banca, che comincia a presentare il conto all’ex campione attraverso una serie di ingiunzioni che però l’imprenditore riesce ad affrontare e superare.

Nel frattempo però i Besson diversificano la loro attività ristrutturando un hotel a Sauze, cittadina in cui sono nati e sempre vissuti, creando anche una spa di lusso. Ma anche in questo caso, l’incalzare della banca non diminuisce mai, anzi, si arriva al pignoramento di tutte le proprietà dei Besson, anche quello della casa.

La denuncia e l’inchiesta

bessonBesson non ci sta e si ribella, denunciando la banca per usura ed estorsione. Non è però il solo: anche altri imprenditori nel Torinese si ritrovano con l’acqua alla gola. Da loro parte la denuncia che porta all’inchiesta condotta dal pubblico ministero Cesare Parodi contro Unicredit.

Non si tratta della prima indagine in merito, ma le varie fusioni che nel tempo hanno portato Credito Italiano con Banca di Roma e Banca Commerciale italiana, non hanno permesso di risalire alle responsabiltà personale di chi ha proposto e venduto quei prodotti finanziari ai clienti.

Questo però non ha scoraggiato la procura di Torino, che si sta muovendo nei confronti di Unicredit indagando per usura. Lo scorso dicembre la polizia giudiziaria ha sequestrato diversi pc e database nella sede bolognese della banca, sperando di riuscire a far luce come sia stato possibile arrivare alla vendita di quei prodotti finanziari inquinati da derivati.

Ribellarsi con le giuste armi

Le banche, come è noto, non guardano in faccia a nessuno e nemmeno gli ex campioni dello sport sono immuni dalle ingiunzioni e dai pignoramenti a seguito di un prestito usurario, o finanziamenti-tranello come questi.

Bene ha fatto Besson a ribellarsi e, con lui, gli altri imprenditori. La Procura di Torino ha avviato un’altra indagine e questo non può che esser un fatto positivo. Ma per difendere i propri interessi, le proprie case, le proprie attività dalla sempre più stringente morsa delle banche, oggi più che mai è necessario affidarsi a professionisti esperti nel settore, in grado di vincere battaglie e guerre contro le banche.

 


Fonte: La Repubblica