Denuncia Banca Intesa per usura e anatocismo

Si vede pignorato degli immobili per circa 6 milioni di euro, a fronte di un debito di 300mila euro: denuncia Banca Intesa. Questa la storia che arriva da Pavia e che vede un imprenditore, Claudio Marazza, lottare contro il colosso bancario.

La vicenda

Comincia tutto da una richiesta da parte della banca, che sollecita il rientro di 300mila euro da parte della società immobiliare Duomo. Un rientro immediato e ritenuto non motivato dalla società che non acconsente alla richiesta.

intesaBanca Intesa non ci pensa due volte e porta l’immobiliare in tribunale, chiedendo e ottenendo attraverso una perizia il pignoramento di alcuni immobili per una cifra pari a 6 milioni di euro. Una decisione assurda secondo Marazza, che ricorre a sua volta alla Procura della Repubblica denunciando la banca per usura e anatocismo.

Ad essere contestata, innanzitutto, è la sproporzione del valore del pignoramento rispetto all’eventuale debito: 6 milioni contro 300mila euro. Una richiesta che è stata ascoltata e ha evitato che il 27 giugno si tenesse l’asta per la vendita degli immobili pignorati.

provincia-pavese-denuncia-banca-intesaNon solo: ad esser messa in discussione è anche la posizione del delegato alla vendita degli immobili, l’avvocato Silvano. Il delegato, infatti, aveva bandito l’asta nello studio legale del marito a Vigevano. Entrambi avevano avuto rapporti diretti e indiretti con l’Immobiliare Duomo e per questo motivo la contestazione da parte della società pignorata era relativa anche ad alcune incompatibilità nel ruolo di venditore delegato dell’avvocato nominato.

La documentazione presentata in merito al giudice ha ottenuto così il risultato di bloccare l’asta, proprio per le irregolarità rilevata dalla società del Marazza, che dimostra come Seclì sia presidente del collegio sindacale della Ellebì srl, dal 2007 al 2014 affittuaria di un immobile proprio dalla Duomo, che a sua volta aveva fatto causa ad Ellebì per il mancato pagamento degli affitti. Dal canto suo l’avvocato Silvano era stato consulente proprio per la stessa Duomo nel 2013. Insomma, un conflitto di interesse in piena regola che ha spinto il pubblico ministero a procedere anche nei confronti del delegato.

Affidarsi agli esperti

Bene ha fatto, anche questa volta, l’imprenditore di turno a rivendicare i suoi diritti e a far valere le proprie ragioni. La sospensione dell’asta è già un ottimo primo risultato.

Il consiglio che vi diamo è quello di sempre, oltre a compiere l’importante primo passo che è quello di non accettare le ingiunzioni provenienti da una banca alla cieca, la seconda fondamentale mossa da fare è quella di affidarsi a professionisti esperti della materia, in grado di tutelare i vostri interessi nella maniera migliore.

 


Fonte: La Provincia Pavese