Finanziare il salvabanche con un prelievo forzoso

Banca Etruria, CariChieti, CariFerrara e Banca Marche verranno salvate con un prelievo forzoso sui conti correnti di quelle banche ancora “sane”. Insomma, una nuova stangata che arriverà per rimediare ad errori che avrebbero altri responsabili e che dovrebbero pagare per questi.

salvare delle bancheIl Fondo Interbancario ha cominciato da poco a centellinare i rimborsi per i risparmiatori di Etruria, arrivati a manifestare sotto casa del Ministro Boschi. Ma il Fondo, secondo quanto previsto dall’Unione Europea, è costituito e finanziato dalle stesse banche che, in caso di default di una di loro, devono esser in grado attraverso questo strumento di arrivare a risarcire fino a un massimo di 100mila Euro per ogni cliente danneggiato. E quindi dove vengono prelevati questi fondi straordinari? Dai conti correnti dei risparmiatori delle altre banche.

I casi

banco-popolareBanco Popolare ha già informato i propri correntisti che verrà richiesta una sorta di tassa una tantum di 25 euro, da pagare entro il 31 dicembre, giustificando questa scelta nel fatto che l’istituto di credito si è ritrovato sul groppone ben 152 milioni di euro da pagare anziché “le solite poche decine di milioni” stanziate abitualmente per questo fondo. Una situazione di emergenza che viene affrontata con la collaborazione forzata dei propri clienti insomma. Nel complesso è stata scelta comunque la via di una certa trasparenza nei loro confronti, piuttosto che nascondere questa cifra fra le pieghe di clausole contrattuali non certo limpide.

Anche Ubi Banca ha aumentato di 12 euro annui il costo dei conti correnti. La banca bresciano-bergamasca però nega che si tratti di una misura relativa a ragioni economiche, ma “ai costi di produzione sostenuti per mantenere i conti della clientela”. Fra questi costi appare anche il Fondo Interbancario e il suo sostentamento. Complessivamente da questa operazione Ubi raccoglierà 60 milioni di euro.

Difendere i propri interessi

Diventa inevitabile chiedersi perché mai dovremmo essere noi a dover pagare i costi dovuti ai fallimenti di banche che rischiano di mettere in ginocchio il sistema. Un sistema che evidentemente non funziona a dovere, un sistema che è il classico gigante che si regge su gambe d’argilla. E allora per sostenerlo sono necessarie delle stampelle formate dai piccoli risparmiatori.

Intendiamoci, non si parla di cifre astronomiche, a livello di singolo risparmiatore. Ma perché si chiede e si munge sempre questa categoria, davanti alle palesi inefficienze di dirigenti e funzionari, peraltro pagati fior di stipendi?

E allora è il caso di opporsi a queste ingiustizie, tutelare i propri interessi, non sottostare ad un prelievo forzoso, ma analizzare i propri conti e agire di conseguenza, anche con azioni legali contro le banche.

 

 

 

 

 


Fonte: Il Giornale