Carife New Concept Advisory

Nuovi indagati sul caso Carife

Altri 13 indagati nell’inchiesta sul crac di Banca Carife, per un totale di 54 sospettati. Le accuse sono aggiotaggio, falso in prospetto, ostacolo alla vigilanza e bancarotta patrimoniale.

Il coinvolgimento di Banca Valsabbina

I fascicoli in Procura a Ferrara si fanno più corposi e nel registro degli indagati sono stati aggiunti nuovi nomi. Tutti coinvolti a vario titolo nell’inchiesta sull’aumento di capitale di Banca Carife. Indagine aperta per aggiotaggio, falso in prospetto, ostacolo alla vigilanza e bancarotta patrimoniale. Dei nuovi avvisi di garanzia sono stati notificati a consiglieri, sindaci e dirigenti della Banca Valsabbina.

L’istituto di credito bresciano era finito sotto osservazione dagli investigatori di Ferrara per la formazione fittizia del capitale di Carife.  150 milioni di euro ottenuti attraverso la sottoscrizione di azioni avvenuta nel 2011 tra 5 banche finite sotto inchiesta.

L’aumento del capitale

Per completare l’operazione di aumento del capitale, in cui Carife aveva coinvolto anche 30.000 risparmiatori, mancavano 22,8 milioni di euro, recuperati attraverso la cessione di azioni a Banca Valsabbina per 10 milioni, a Popolare di Cividale per 2,058 milioni, a Cassa di Cesena per 6 milioni e a Popolare di Bari per 4,037 milioni.

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Tutto è stato restituito ai partner dell’operazione con la sottoscrizione di azioni per eguali importi. Di fatto, secondo la procura, lo scambio di azioni aveva annullato l’incremento del capitale, contravvenendo alla normativa in materia di società e consorzi prevista dal codice civile. L’aumento del capitale però non aveva evitato a Carife prima il commissariamento, nel 2013, e poi, nel febbraio 2016, la dichiarazione di insolvenza.

Nel luglio scorso erano stati acquisiti dalla Guardia di Finanza documenti contabili e di bilancio durante le perquisizioni eseguite nelle sedi degli istituti ed erano stati notificati i primi 21 avvisi di garanzia che avevano raggiunto i membri del cda e del collegio sindacale di Carife e di Fondazione Carife, oltre ai vertici degli altri istituti di credito.

Banca Valsabbina ha anche diffuso una nota sugli sviluppi dell’inchiesta. Nel documento viene spiegata la posizione dell’istituto di credito bresciano nell’ambito dell’intera operazione con Carife. “La decisione di investire per acquisire una partecipazione di Cariferrara in aumento di capitale fu infatti presa con l’obiettivo di rafforzare il rapporto con un partner di business interessante”.

Dopo la proroga di 6 mesi per le indagini concessa a metà gennaio, si prevede che l’inchiesta possa essere chiusa entro giugno.

Un nuovo tassello nell’indagine in corso

Questo articolo conferma come il caso del crac di Carife sia molto complesso e siano coinvolti molti istituti bancari.

Le crisi bancarie purtroppo sono diffuse in Italia. Un episodio rilevante è quello riguardante le banche venete, che ha provocato ingenti danni ai clienti di questi istituti.


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