Banche New Concept Advisory

Danièle Nouy parla delle banche italiane.

Danièle Nouy, capo del supervisory board della banca centrale europea, parla della situazione delle banche italiane in un’intervista concessa a Repubblica.

La situazione Mps

Il ministro dell’Economia italiano, Pier Carlo Padoan, e altri hanno accusato la vigilanza di opacità riguardo a Monte dei Paschi di Siena (MPS) in particolare, ma anche su altri casi. Come risponde?
“Le informazioni che riguardano singoli istituti sono necessariamente vincolate; abbiamo un obbligo di riservatezza. L’unica cosa che posso dire su quel caso specifico è che chi doveva sapere degli sviluppi riguardo alla banca aveva tutte le informazioni a disposizione.”

È vero che i membri italiani si sono opposti alla proposta del Consiglio di vigilanza di una ricapitalizzazione da 8,8 miliardi per Mps? E sono stati loro a far uscire la notizia?
“Il voto è segreto. Tutti i membri del Consiglio di vigilanza ne sono consapevoli.”

Ma ci sono state forti critiche per una comunicazione ritenuta inadeguata. Solo in un secondo momento la Banca d’Italia ha fornito dettagli maggiori. Secondo lei non avrebbe dovuto fornire quei chiarimenti sin dall’inizio?
“Come le ho già accennato, dobbiamo essere molto cauti con le informazioni che riguardino singole banche. La Banca d’Italia ha pubblicato dettagli esplicativi in questo caso. Ci siamo accordati su questo e sembra essere stato utile. Ma si tratta di informazioni pubbliche. Quanto alla comunicazione con tutte le parti coinvolte, le informazioni erano a disposizione di tutti coloro che dovevano sapere.”

E perché non avete concesso più tempo a Mps per una ricapitalizzazione?
“Di nuovo, preferirei non commentare i dettagli, ma, in sostanza, non penso che posporre la scadenza di un altro mese avrebbe migliorato la situazione nell’istituto, bisognava procedere verso il passaggio successivo, la ricapitalizzazione precauzionale.”

Il caso Intesa Sanpaolo

La maggiore banca italiana, Intesa Sanpaolo, ha espresso il suo interesse per la terza maggiore compagnia assicurativa europea, Generali. L’amministratore delegato, Carlo Messina, ha dichiarato che la fusione proposta è pensata in parte per difendere l’italianità di Generali. Cosa pensa dell’operazione? Non è rischiosa una fusione tra due colossi del genere, ad esempio perché hanno molti titoli di Stato italiani a bilancio?
“Come sa, non commentiamo su singole banche. Ma, più in generale: la Bce è l’autorità responsabile per la valutazione dei cambi di proprietà proposti dalle banche su cui vigila e delle loro acquisizioni significative. Monitoriamo attentamente e da vicino gli sviluppi delle banche su cui vigiliamo e siamo in stretto contatto con le altre autorità rilevanti, quando è necessario.”

Intesa San Paolo New Concept Advisory
Intesa Sanpaolo o Mps: qual’è la banca più pericolosa?

Secondo lei la Banca d’Italia ha commesso degli errori?
“Non commento il passato. Stiamo lavorando molto bene insieme per affrontare i problemi attuali. Quanto ai crediti inesigibili, che sono un problema in molti Paesi, ci rendiamo conto che molto deve essere ancora fatto. E le banche hanno bisogno di un po’ di pressione perché facciano ciò che c’è da fare.”

I problemi di alcune banche italiane vengono da molto lontano. Anche nel caso di MPS, per esempio.
“Tutti abbiamo un passato. Ma i problemi maggiori sono stati creati dalla recente recessione. Anche in Francia abbiamo attraversato una grave crisi negli anni ’90 e abbiamo imparato molto. La cosa importante è intervenire ora con efficacia e migliorare la situazione.”

La situazione delle banche italiane

Qual è la situazione delle banche italiane?
“Come in molti altri Paesi ci sono banche che vanno bene e altre che non vanno bene, ma che stanno lavorando molto duramente per migliorare la loro situazione. Infine ci sono quelle che hanno bisogno dell’incoraggiamento della vigilanza perché affrontino i loro problemi. In Italia il grande nodo sono le attività precedenti alla centralizzazione della supervisione, soprattutto il rischio di credito e i crediti deteriorati. Vanno affrontate. Dobbiamo essere certi che le banche non investano tutte le loro energie per sopravvivere e che non si focalizzino soltanto su queste attività invece di fare il loro mestiere, che è finanziare l’economia italiana ed europea.”

Il governo ha stanziato 20 miliardi di euro per un fondo salva-banche. Funzionerà? Quella cifra è sufficiente?
“Aiuterà di certo. È un aiuto importante che dà la possibilità, insieme al supporto di liquidità, di concentrarsi su certi problemi. Penso che sia un buon intervento. Dimostra consapevolezza del problema ed è un buon punto di partenza per affrontarlo.”

Che intende dire?
“Quando abbiamo affrontato la questione dei crediti deteriorati ci siamo resi conto che per affrontarli il sistema giudiziario deve avere la capacità e la disponibilità a farlo. È un problema che va al di là dei supervisori: anche gli attori esterni, come i tribunali devono diventare più veloci e più efficienti.”

L’approccio da adottare

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Le banche italiane sono considerate una minaccia senza fine

Ma la vigilanza non dovrebbe adottare un approccio più flessibile con le banche, proprio considerando i tempi e il quadro generale? O va bene essere ciechi?
“Dobbiamo essere forti e mantenere i nervi saldi, quando guardiamo ai requisiti di capitale. Il nostro compito è fare in modo che il sistema bancario sia solido e robusto, ma guardiamo anche ai singoli istituti, dunque anche i tempi sono un criterio.”

Ma non ci sono stati anche molto progressi, nel sistema bancario italiano?
“Pochissime si sono mosse sulle esposizioni deteriorate. Alcune hanno fatto un buon lavoro, altre no. La verità è, dunque, che dobbiamo essere ambiziosi e realistici allo stesso tempo. Non dobbiamo essere troppo duri né rischiare di creare problemi per gli istituti, ma il nostro approccio è lo stesso per tutti. Non si può essere duri senza essere giusti. Siamo realistici perché a volte ci rendiamo conto che è difficile risolvere un problema, che ci vuole tempo.”

Le banche italiane sono seguite da vicino

Questa intervista fa comprendere come la Banca Centrale Europea stia osservando da vicino e attentamente la situazione delle banche italiane. Istituti che, anche se aiutati con ingenti somme di denaro, devo essere rapidi nella ripresa, per migliorare l’intera economia italiana e europea.

Ricordiamo che le banche italiane sono state addirittura paragonate a zombie.


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