Via il decreto ingiuntivo, sì al saldo dei conti

Riesce ad ottenere la revoca del decreto ingiuntivo, ottenendo così di dover pagare quanto realmente dovuto alla banca in termini di interessi sul conto. La storia che vi stiamo per raccontare arriva dal Tribunale di Prato, che si è pronunciato con una sentenza dello scorso luglio in merito alla controversia che vedeva opporsi una società alle richieste di una banca.

La vicenda

La società in questione, aveva aperto una serie di conti correnti con l’istituto di credito, nell’ambito di un normale rapporto fra banca e impresa. La prima però, ricorrendo al Tribunale di Prato era riuscita ad ottenere nei confronti della seconda un decreto ingiuntivo, che intimava ai titolari della società e ai loro fideiussori il pagamento in solido di 373mila euro in qualità di saldo passivo relativo ad uno di questi conti.

tribunale-di-pratoDavanti a questa imposizione i titolari della società debitrice hanno impugnato davanti allo stesso tribunale il decreto, contestando tutta una serie di irregolarità nella gestione dei conti a livello di anatocismo e altre pratiche poco chiare.

Il giudice in questione, Gianluca Morabito della Sezione Unica Civile del Tribunale di Prato, ha quindi disposto una perizia tecnica esterna, in modo da dirimere la controversia in base a dati oggettivi che emergevano dai rapporti della banca con l’impresa.

Le risultanze della Ctu hanno dato conferma alla tesi sostenuta dall’azienda, verificando così da un lato tutta una serie di interessi non dovuti e illegittimi, uniti ad altre spese addebitate senza motivo dalla banca alla società pari a 374.874 euro. Dall’altro lato la perizia tecnica ha certificato che la banca vantava nei confronti dell’azienda comunque dei crediti derivanti da tutta una serie di operazioni “ant export” intercorse fra il 2002 e il 2011 che ammontavano a 392.654 euro.

La sentenza

In virtù di queste condizioni il giudice ha quindi revocato il decreto ingiuntivo nei confronti della società debitrice, condannandola altresì a pagare in solido i 17.779 euro di differenza che ancora la società doveva alla banca, disponendo poi la suddivisione delle spese.

La società debitrice, pur dovendo ancora dei soldi alla banca, si è però trovata dal dover pagare i 373mila euro richiesti inizialmente ai 17mila stabiliti dal giudice: 355 mila euro di differenza non sono certo pochi!

Affidarsi sempre agli esperti

Anche in questo caso, non ci stancheremo mai di ripetervelo, davanti a richieste e ingiunzioni da parte delle banche cercate di rimanere lucidi e affidarvi alla consulenza di un esperto nel campo.

Capita spesso di vedere casi del genere: a margine di pretese stellari da parte delle banche, vengono verificate delle irregolarità nella gestione dei rapporti bancari sui conti correnti. Prima di piegare la testa e pagare quanto richiesto conviene almeno verificare, attraverso professionisti seri ed esperti, che la natura dei propri conti correnti sia all’interno dei confini della legalità.

 

 


Fonte: Sentenza del Tribunale di Prato