Sospetta usura bancaria, bloccata l’asta

I beni di una vita già all’asta, pronti ad esser venduti al miglior offerente, ma dietro al pignoramento dei beni si annida il sospetto dell’usura bancaria. Tassi d’interesse usurari che hanno creato un buco nel bilancio del creditore di oltre 365mila euro.

La vicenda

UNICREDITLa società edile Brilli Primo nel 2000 deve dichiarare il proprio fallimento, per un’esposizione debitoria di ben 38 miliardi di Lire con le banche. Debiti derivanti da prestiti che erano stati garantiti dai soci dell’azienda con beni personali.  Le banche così cercano di rivalersi prima agendo sui beni della società prima e poi su quelli dei soci garanti.

Comincia dunque una lunga battaglia legale che nel 2011 vede la pubblicazione delle perizie tecniche fatte eseguire su disposizione del Tribunale di Latina. CTU che rilevano uno sforamento dei tassi d’interesse e soprattutto il superamento del tasso soglia d’usura stabilito dalla Banca D’Italia.

BNLLe tre banche che vantavano crediti nei confronti dei fratelli Brilli, Banca di Roma (divenuta Unicredit), BNL e Banca Popolare di Aprilia degli interessi non dovuti da parte dell’azienda. Cifre da capogiro, oltre 294mila Euro la prima, oltre 42mila la seconda, oltre i 30mila la terza, per una cifra complessiva di 365mila euro.

Parallelamente, però, il percorso della procedura esecutiva del pignoramento dei beni e l’organizzazione dell’asta pubblica per la loro vendita era una ormai avviato e destinato a concludersi il 15 ottobre del 2014.

La sentenza

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Il Tribunale di Latina

Per fermare la vendita dei loro beni i Brilli sono allora ricorsi, tramite gli avvocati Baldoni e Massuoli, ad una denuncia vera propria per usura, esposto che ha risvolti penali nei confronti delle tre banche e dei loro funzionari. Il pubblico Ministero D’Elia, dopo un esame delle carte ha aperto un nuovo filone d’indagine sulle banche coinvolte per verificare l’esistenza effettiva del reato di usura.

Secondo la Legge 44 del ’99 “Disposizioni concernenti il Fondo di solidarietà per le vittime di richieste estorsive e dell’usura”, il pm ha poi decretato il congelamento per 300 giorni della vendita dei beni, recepita dal Tribunale di Latina due giorni prima dell’asta.

Affidarsi agli esperti nel settore

La mossa del pm ha così concesso ai fratelli Brilli un anno di tempo per far valere le loro ragioni senza perdere nulla. Se verrà dimostrata l’esistenza di tassi usurari i titolari dell’azienda potranno almeno mantenere i loro beni e magari aver un risarcimento dei danni. Non certo la loro azienda ormai fallita.

E il comportamento di questi imprenditori è decisamente comune a quello di tanti altri che si ritrovano in analoghe situazioni: si prova a stringere i denti e ad andare avanti per salvare attività e posto di lavoro fino a quando la situazione non degenera del tutto.

Evitate di aspettare di arrivare a tanto e affidatevi a chi di mutui, tassi d’interesse e trattamento dei conti correnti se ne intende. Solo affidandovi ad esperti professionisti, legali che hanno già battuto più volte le banche sul loro terreno, potrete salvare la vostra azienda o almeno farvi risarcire i danni.

 

 


Fonte: Il Fatto Quotidiano