Tassi più cari rispetto all’Europa

Tassi più cari su prestiti e mutui in Italia rispetto alla media degli stati dell’Unione Europea, ma nessuno lo dice per non allarmare i consumatori. Questa la denuncia che arriva da diverse associazioni di consumatori.

bceE la tesi è confermata anche dall’ultimo bollettino ufficiale delle BCE: se la media degli Stati della Ue racconta di un’applicazione di tassi sui mutui pari ad una media del 2,02%, quella  italiana corrisponde al 2,51%, con una maggiorazione dello 0,49% dello spread, che in termini economici significa 5.670 euro da pagare in più per ogni mutuo ventennale di 100 mila euro. Un esempio calzante che fa capire come le banche possano giocare su percentuali minime per ottenere guadagni faraonici a discapito degli utenti.

Lo stesso discorso si può fare per il credito al consumo: sono 828 gli euro in più pagati da un italiano rispetto ad un altro cittadino europeo se contrae un presto di 30 mila euro da rifondere in 3 anni.

Possiamo calcolare la ripercussione di questo differenziale sull’entità delle rate per un mutuo e per un prestito offerti in Italia e per quelli in Eurolandia. Abbiamo ipotizzato un mutuo di 100.000 euro a 20 anni, e un prestito di 30.000 euro a 3 anni:

Gli esempi che vengono elaborati dai bollettini ufficiali della BCE non danno scampo dunque agli italiani che spendono decisamente di più se scelgono di indebitarsi, con le relative conseguenze sull’intero apparato dell’economia italiana.

Le denunce

Da qui la denuncia delle maggiori associazioni di consumatori italiane che rimarcano come i costi che le banche stanno aumentando, senza troppo clamore sulla gestione dei conti correnti, vadano in totale contrasto con la propaganda che vede le banche stesse pubblicizzare la diminuzione dei costi per i clienti.

«In Italia abbiamo i tassi più cari su prestiti e mutui, rispetto all’Europa» si legge in una nota diffusa da due associazioni, che denunciano come questa disparità di trattamento venga tollerata dalle nostre istituzioni.

Il coinvolgimento delle Istituzioni

Già tre anni fa si riportava la stessa denuncia sui maggiori quotidiani nazionali.

Il dito veniva puntato contro Bankitalia, quale responsabile di scarsa vigilanza e dell’inesistente concorrenza tra le banche.

Accusa che arrivava sul tavolo del commissario europeo dei Servizi finanziari da parte di una nota associazione di consumatori la quale promuoveva anche un ricorso presso la Corte di giustizia europea nei confronti dello Stato italiano, della Banca d’Italia e del suo governatore pro-tempore, denunciando espressamente – siamo di fronte a “condotte lesive dei diritti e degli interessi dei consumatori italiani”.

A quanto pare, però, la situazione di squilibrio di costo del denaro tra cittadini italiani e gli altri cittadini UE è rimasta invariata.

La soluzione proposta

Veniva indicata, già tre anni fa, una soluzione: vale a dire, quella di “un deciso intervento delle autorità monetarie per abbassare gli spread e riportare i tassi di interesse alla media europea, essendo inaccettabile un differenziale di 147 punti base rispetto alla media europea”

E che cosa è successo in concreto? La BCE ha continuato ad abbassare i tassi e le banche italiane hanno continuato ad aumentare lo spread, con il risultato che oggi la situazione si è aggravata. I mutui, prestiti e conti correnti italiani sono sempre più cari rispetto al resto dell’Europa.

La spirale continua tutt’oggi, con la connivenza di Bankitalia e Governo che continuano a fare orecchie da mercante.