Sospeso il fallimento: primo caso in Italia

Gli hanno sospeso il fallimento e ora guarda il mondo con un altro sguardo.

procura-repubblica-novara-2Un caso unico in Italia, destinato a fare giurisprudenza se provato, quello che vede protagonista un imprenditore del Medio Novarese. A raccontarlo La Stampa nella sezione di Novara Città del 1 giugno del 2016. L’uomo impegnato nel settore dei trasporti versava in forte difficoltà economica. Qualche giorno fa, a sorpresa, il pubblico ministero Nicola Serianni si è presentato all’udienza prefallimentare davanti al giudice delegato e ha fatto presente che non ci sono i presupposti per dichiarare il crack, ovvero lo stato di insolvenza. «I termini di pagamento sono sospesi. Nessun debito risulta più scaduto».

Tassi usurai

Alla base di tutto, il sospetto di applicazione di tassi usurai sui conti correnti dell’imprenditore. Ma anche un comportamento estorsivo da parte della banca, che ha continuato a pretendere somme non dovute. I reati chiericatiipotizzati sono in fase di indagine. La vittima, nel frattempo, è stata ammessa al fondo di solidarietà per le vittime di usura istituito dalla Prefettura. Un caso «spinoso e complesso oltre che interessante perché unico», commenta l’avvocato svizzero Rosa Chiericati, esperto di diritto bancario che segue casi simili in tutta Europa.

L’imprenditore cinquantottenne protagonista della vicenda opera nel settore dei trasporti. Nel corso del 2014 subisce gravi perdite e una fortissima flessione del fatturato. Prima che sia troppo tardi e il dissesto possa aggravarsi fino a condurlo al tracollo. L’anno successivo decide quindi di entrare in una fase liquidatoria e indirizzarsi verso la cessazione dell’attività. Controlla i conti e denuncia le banche chiedendo la restituzione di somme che gli hanno nel frattempo addebitato in maniera da lui ritenuta illegittima. La sua intenzione è quella di liquidare solamente quella parte di patrimonio necessaria a pagare i debitori.

Corsa contro il tempo

C’è però il problema dei dipendenti. Deve lasciarli a casa ma al tempo stesso cerca di aiutarli a reinserirsi in altre aziende e di rateizzare il pagamento dei Tfr, che non era riuscito a versare subito per mancanza di liquidità. Poca cosa, circa 16 mila euro. I tre autisti si rivolgono a un avvocato. Giusto per avere assistenza in questa fase. Il legale, però, li convince a non accettare pagamenti rateizzati e presenta istanza di fallimento. I tempi della procedura prefallimentare impongono all’imprenditore di reagire velocemente. Presenta denuncia contro la banca che lo avrebbe «aggredito» e chiede l’accesso al mutuo di solidarietà per le vittime di usura e estorsione.

In corsa contro il tempo si arriva all’udienza, nella quale non si sa ancora se il provvedimento di sospensione dei pagamenti venga emesso in tempo. A sorpresa e, senza precedenti, il pm Serianni deposita il provvedimento: sospeso il fallimento. La procedura è stata rinviata a settembre. 
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