Banco di Sardegna: rinvio a giudizio per i vertici

I vertici del Banco di Sardegna – del gruppo Banca Popolare dell’Emilia Romagna – sono stati rinviati a giudizio per aver applicato interessi usurari ad coppia di pensionati del suddetto istituto di credito.

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Secondo l’accusa, come riporta il quotidiano La Nuova Sardegna,  i vertici della banca, ed alcuni impiegati della filiale di Macomer, undici persone in tutto, sono stati indagati per aver applicato tassi troppo elevati.

La vicenda

La vicenda, come riporta il quotidiano sardo, risale ancora alla fine degli Anni ’80, quando i due coniugi di Bosa chiedono al Banco di Sardegna un prestito per avviare un ristorante sul mare. La storia prende una brutta piega però circa una decina di anni dopo, quando la banca chiede alla coppia una somma equivalente a 330mila euro a pagamento del debito contratto: praticamente il doppio di quanto prestato.

La coppia di ristoratori riesce restituire alla banca 260mila euro, ma la banca rilancia chiedendo ancora 450mila euro frutto degli interessi nel frattempo “maturati”, interessi arrivati a tassi del 500%. I due sventurati debitori, trovatisi di fatto strangolati dai debiti, sono quindi stati costretti a vendere una casa di loro proprietà nel centro di Bosa, ma anche dei terreni sul mare per onorare il debito.

tribunale di nuoroOltre a tentare di pagare quello che riuscivano, i due però si sono rivolti anche agli avvocati  Delogu e  Soggiu, che sono riusciti ad ottenere la sospensione della procedura esecutiva nei confronti dei loro clienti da parte della banca. Dal canto suo, l’istituto bancario si è difeso sostenendo di essersi sempre attenuto alle normative che disciplinano i rapporti bancari applicando i regolari tassi di mercato vigenti all’epoca.

Tesi che non è bastata però alla Procura di Nuoro che, in collaborazione con la Guardia di Finanza, ha avviato le indagini chiedendo gli 11 rinvii a giudizio. Gli indagati vengono accusati di usura con l’aggravante di usura praticata in ambito bancario.

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