Un aumento in vista
Il 2017 sarà un anno in cui i tassi sui mutui inizieranno a salire. Fortunatamente, sarà una salita lenta che avverrà negli anni.
Le motivazione dietro l’aumento dei mutui
Che anno sarà il 2017 sul fronte mutui? Gli esperti si aspettano erogazioni stabili, se non in calo. Questo perché il traino che le surroghe hanno dato al mercato nel 2015-2016 si sta esaurendo mentre i prestiti per l’acquisto di nuove case dovrebbero rimanere stabili o comunque non in grado di pareggiare algebricamente il calo delle surroghe.
Quanto ai tassi, è già arrivato un segnale netto. Intesa Sanpaolo, la banca che più di tutte ha erogato mutui nell’anno scorso, ha deciso di aumentare gli spread di 50-60 punti base rispetto ai tassi promozionali offerti fino a dicembre, quando il fisso era venduto all’1,5%.
Questa decisione potrebbe spingere ora anche altri istituti nelle prossime settimane a ritoccare un po’ al rialzo gli spread, ovvero il margine lordo applicato dalla banca sul prestito.
Lo spread è solo uno dei due elementi che concorrono alla formazione del tasso finale del mutuo (il secondo è dato dagli indici Eurirs per i mutui a tasso fisso e dagli indici Euribor per i mutui a tasso variabile). Ma lo spread è l’unico elemento che viene stabilito autonomamente dalla banca.
I tassi non potranno che salire in futuro ma è anche vero che resteranno ragionevolmente bassi ancora a lungo. Lo ha ribadito anche ieri il presidente della Bce Mario Draghi, sottolineando che non c’è uno grande slancio di aumento dell’inflazione core , quella in cui la voce grossa la fanno i salari e che viene calcolata senza considerare la componente energetica.
E senza aumenti dell’inflazione core è difficile assistere a un forte cambio di rotta sul costo del denaro fissato dalla Bce che a ruota condiziona anche i tassi applicati sui mutui. Quindi è possibile stimare che nei prossimi anni i tassi aumenteranno, ma molto lentamente.
Cosa possono fare i mutuari
Quando si parla di mutui bisogna distinguere tra due categorie. Quelli che già ne stanno rimborsando uno e quelli che invece si apprestano ad entrare nella schiera dei mutuatari.
Nel primo caso bisogna sapere che oggi ci sono ancora degli istituti che offrono mutui a tasso fisso all’1,5% e che i migliori a tasso variabile sono intorno allo 0,9%. Quindi chi sta pagando mutui più cari di queste soglie potrebbe valutare l’opzione della surroga.
Per quanto riguarda le persone che devono stipulare un mutuo a partire dal 2017, bisogna tenere conto che è impossibile prevedere l’andamento dei tassi in un periodo così lungo (in media i mutui durano dai 20 ai 25 anni). Però è bene conoscere due aspetti, prima di decidere se puntare sul tasso variabile o sul fisso. Dato che la fetta più consistente degli interessi viene incassata dalla banca nella prima metà della vita del mutuo, bisogna preoccuparsi dell’evoluzione dei tassi in quel periodo.
Chi opta per un tasso variabile può avere una visione massima di 5 anni. Sul mercato dei future, infatti, esistono dei contratti che stimano l’andamento per i prossimi 5 anni dell’Euribor a 3 mesi.
Questi future ci dicono che l’Euribor resterà negativo fino a metà 2018 per poi salire allo 0,64% a fine 2021.
Chi opta per il fisso sa che per 5 anni dovrebbe pagare di più rispetto a chi opterebbe per un variabile. Ma da quel punto in poi, non ci sarebbero ulteriori aumenti.
Chi stipula oggi un mutuo poi non può non tenere conto di un altro fattore. Nel 2019 scade il mandato di Draghi alla guida della Bce. Se sarà sostituto da un governatore tedesco è probabile che i tassi possano essere alzati più del previsto.
Un aumento non preoccupante, per ora
Questo scenario mostra come i tassi dei mutui pian piano stanno aumentando. Ma è ancora troppo presto per preoccuparsi. Infatti è possibile accendere un mutuo con tassi d’interesse vantaggiosi o chiedere una surroga da un mutuo precedente in tutta tranquillità, senza aver timore di aumenti vertiginosi dei tassi.
Un importante caso è quello riguardante i mutui in Franchi Svizzeri.
