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Ex direttore di banca condannato

Condanna di un anno e quattro mesi per un ex direttore di banca della filiale di Carpi. Accusato di aver rubato circa 1,6 milioni di euro.

La gravità del danno morale

Carpi. Alessandro Besutti, carpigiano di 46 anni, è stato condannato a un anno e quattro mesi di carcere. È l’ex direttore della filiale Unicredit di via Peruzzi che ha attinto dai conti di almeno 27 clienti per 1,6 milioni di danno (tutti risarciti dalla banca) e ha fatto sparire 710.000 euro dal conto di tre clienti, soldi che sono finiti tra le disponibilità del padre. La condanna pronunciata ieri riguarda solo il reato di furto perché quello di truffa (era imputato anche per un’ingente concessione indebita di crediti a una ditta) è stato prescritto.

L’accusa aveva chiesto 2 anni e 4 mesi di carcere, richiesta alla quale si era associata la parte civile, l’Unicredit. La banca ha sottolineato il gravissimo danno morale conseguente al crollo di fiducia che i clienti hanno avuto da quanto è emerso in quella filiale di Carpi, una delle più importanti in città. La difesa, ha al contrario chiesto l’assoluzione sostenendo che Besutti era stato indotto a compiere questi reati perché era un ordine di scuderia della banca. Il difensore ha per questo evocato il recente caso di Banca Etruria ricordando che Besutti faceva comperare titoli-spazzatura che producevano ingenti perdite ma non per Unicredit che continuava a intascare le commissioni.

La conclusione dei fatti

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I trucchi più usati dalle banche per sottrarre soldi ai clienti

Questa sarebbe la cornice dello scandalo bancario carpigiano. Il direttore della filiale, un uomo del quale si fidavano tutti i clienti, sostiene di essere stato una pedina di un gioco deciso dall’alto. Per questo avrebbe tentato il suicidio dopo essere stato scoperto.

Oggi Besutti svolge un’attività artigianale e non è previsto che sconti neppure un giorno in carcere, anche se davanti a sé ha una causa civile di risarcimento che verrà avviata dalla sua ex banca. Unicredit ha anche chiesto il dissequestro e la restituzione dei 710.000 euro che nel 2009 il gip, nel corso delle indagini, aveva fatto congelare su un conto del Fondo Unico di Giustizia (dove si trovano tuttora dopo ben sei anni). È stato anche detto che Besutti non ha utilizzato per sé quel denaro, ma per tappari i buchi generati da conti fittizi. Soprattutto quello fatto fare a suo padre. 710.000 euro che magicamente sono comparsi nelle disponibilità paterne provenivano da tre ignari clienti con trasferimenti fatti con firme false. Un escamotage per non lasciar capire la catastrofe dietro l’investimenti “sicuri” consigliati da “Ale”, fidato direttore di banca.

Una condanna più che giusta

La condanna è stata più corretta. Infatti l’ex direttore di banca gestiva un giro di denaro, in cui truffava tantissimi clienti. E questo atteggiamento va punito.

Ricordatevi sempre di non darla vinta alle banche. Altrimenti si rischia di cadere nel vortice dei suicidi per cause economiche. Non arrendetevi mai.


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