Risarcirà il cliente per omissione di informazioni.

Risarcirà il cliente pagando quasi 262mila euro, a cui vanno aggiunte le spese legali. Tanto costerà ad un banca toscana l’aver mal consigliato, o meglio, il non aver informato adeguatamente il proprio cliente, che aveva investito in bond argentini. Come riporta il quotidiano La Nazione, la sentenza di secondo grado è stata pronunciata dalla Corte d’Appello di Firenze.

La storia 

bond argentiniLa vicenda è quella comune a tanti investitori, indotti dalle banche o dai promotori finanziari ad investire nei Bond Argentini e nelle obbligazioni della Cirio. E così è capitato anche a questo imprenditore, che ha un’attività nel Comprensorio del cuoio a Santa Croce in provincia di Pisa. L’uomo, ritrovatosi con il fallimento del proprio investimento in mano, dovuto alle note vicende che hanno coinvolto il default dello stato argentino e coinvolto nel crack finanziario della Cirio, ha quindi deciso di ingaggiare una battaglia legale contro la banca per ottenere un risarcimento.

Secondo la tesi dell’uomo, non ci sarebbe stata nei suoi confronti un’adeguata informazione relativa ai potenziali rischi legati a questo tipo di investimento. Assistito dagli avvocati Polloni, Bovini e Foggia l’uomo ha intrapreso le vie legali per tutelarsi.

Le sentenze

Già una prima sentenza, nella quale era stato il Tribunale di Pisa a pronunciarsi, aveva dato ragione all’uomo. La banca, infatti, era a conoscenza del grado di forte rischio che questo tipo di investimenti aveva, come aveva ammesso anche una funzionaria stessa dell’istituto di credito coinvolto nella vicenda. Era infatti ben noto alla banca il rischio di default sia dell’Argentina, sia del gruppo della Cirio, mentre l’uomo prima di investire in questi fondi aveva sempre comprato dei titoli di Stato, realizzando quindi investimenti dal rischio limitato.

palazzo-di-giustizia-firenzeNei giorni scorsi, a questo pronunciamento, si è aggiunta la sentenza della Corte d’Appello del Tribunale di Firenze che ha riconosciuto «gravi inadempimenti agli obblighi di condotta prescritti dalla normativa in materia di intermediazione finanziaria e dalla buona fede sulle operazioni di investimento in obbligazioni Argentina e Cirio». Non solo, secondo quanto si apprende dall’articolo de La Nazione, “la banca ha soltanto provato di aver reso noto all’investitore «titolo di non facile liquidabilità» e cioè una segnalazione di inadeguatezza dell’operazione del tutto generica in quanto non contenente nessuna indicazione circa le eventuali avvertenze che il cliente avrebbe ricevuto dalla banca, in ordine alla natura del titolo, al suo emittente, al rating nel periodo ed alla sussistenza di eventuali situazioni di grey market o di default dell’emittente”.

A questo punto la banca risarcirà il cliente, anche se ha ancora la carta della Cassazione da provare a potersi giocare, anche se le due precedenti sentenze hanno un loro peso specifico non indifferente

A chi rivolgersi?

In questi casi, troppo spesso, si è schiacciati dalla paura dello strapotere delle banche. Necessario, invece, mantenere la lucidità come ha fatto questo imprenditore e, soprattutto, rivolgersi ad avvocati esperti della materia, perché come è dimostrato da questo e da altri casi le cause contro le banche si possono vincere.

 


Fonte: La Nazione