Moltrasio, coinvolto nel caso Ubi banca, viene interrogato

Interrogato Andrea Moltasio, uno degli indagati del caso Ubi Banca. Vicenda che, secondo la GDF, ha permesso di guidare le nomine degli alti dirigenti dell’istituto.

Un pomeriggio lungo e intenso

Bergamo. Il principale filone investigativo dell’inchiesta Ubi Banca, è sulla governance. Nel mirino della Guardia di finanza è finito un presunto patto non dichiarato alle autorità di vigilanza fra l’anima bergamasca e quella bresciana di Ubi, che avrebbe permesso agli indagati (in totale una quarantina) di influire sulle nomine all’interno della banca. Viene contestato l’ostacolo all’esercizio delle funzioni dell’autorità pubbliche di vigilanza e l’illecita influenza sull’assemblea.

Tra gli indagati nomi eccellenti, tra cui Giovanni Bazoli, Emilio Zanetti, il vice presidente di Ubi, Mario Cerea, l’imprenditore Giampiero Pesenti e il presidente del consiglio di sorveglianza, Andrea Moltrasio. Quest’ultimo ieri è stato sentito in procura. Il primo nome eccellente di questa voluminosa inchiesta.

Accompagnato dal suo avvocato, Moltrasio poco prima delle 15 ha varcato l’ingresso del palazzo di piazza Dante da cui ne è uscito intorno alle 19,30. Oltre quatto ore di interrogatorio, davanti al procuratore Mapelli. In pratica Moltrasio ha detto di non saper nulla dell’esistenza di un patto parasociale stretto tra le Associazioni Abpl e Amici di Ubi Banca. Patto che, secondo la procura, permetteva di decidere l’alternanza negli organi di governo della banca. E anche sul discorso relativo alle deleghe in bianco false per far eleggere i vertici, Moltrasio ha spiegato di non esserne a conoscenza. Mentre il procuratore Mapelli si è limitato a confermare che dall’interrogatorio sono emersi alcuni aspetti che potrebbero essere oggetto di approfondimento.

Probabilmente si tratterà di qualche elemento, oggetto di presunti illeciti.

Un caso ancora da risolvere

Purtroppo non si è arrivati ancora a una risoluzione completa della vicenda Ubi Banca. Tuttavia bisogna ricordare che spesso le banche non sono chiare e tentano di raggirare i propri interlocutori.

Basti pensare che ormai è possibile catalogare tutte le loro abitudini truffaldine più comuni.


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