Anatocismo su 2 conti: dovrà al cliente 78mila euro

Arriva da Reggio Emilia l’ennesima storia di anatocismo applicato da una banca nei confronti di un proprio cliente. Anche in questo caso si passa da una situazione debitoria ad una situazione creditoria a favore del cliente.

Il caso

La vicenda ha luogo in provincia di Reggio Emilia dove una banca applica, su due distinti conti correnti, tassi di interesse in misura ultralegale, commissioni di massimo scoperto, valute e spese e anatocismo.

Dal canto proprio l’istituto di credito abbozza una difesa, provando a puntare sull’elemento della prescrizione del credito restitutorio che la società cliente voleva far valere.

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Il Tribunale di Reggio Emilia

Tesi che però non viene accolta dal giudice, che rileva la mancata prova di una clausola che stabilisse nel contratto del conto corrente firmato dalle parti in causa un’applicazione di interessi convenzionali ultralegali. Così come non viene stabilita nemmeno l’applicazione di commissioni a massimo scoperto e nemmeno quella di interessi anatocistici.

La perizia tecnica

A questo punto il giudice dispone una perizia tecnica che possa stabilire se e in quale maniera siano state applicate tutte queste condizioni non previste nel conto. La CTU rileva quindi che la società ricorrente vanta un credito, anziché esser in debito, nei confronti della banca. Dai riconteggi e dai calcoli effettuati, emerge quindi che la banca deve restituire all’azienda 78.357,15 euro.

La sentenza

Il giudice Cristina Ferrari, della Seconda Sezione Civile del Tribunale di Reggio Emilia, condanna quindi la banca a rifondere degli oltre 78mila Euro la società cliente, ma anche a pagare oltre 10mila Euro di spese legali, mentre divide a metà fra le parti le spese relative alla CTU.

Non fidarsi delle banche

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