Usura bancaria: direttori di Bre Banca nel mirino

Un altro caso di usura bancaria finisce in Tribunale a Cuneo. Ad esser coinvolti quattro direttori di una filiale di Bre Banca, che sono stati convocati a giudizio su una denuncia presentata dai titolari dell’azienda Ennere di Fabrosa Soprana.

Il caso

Secondo la parte che si ritiene esser lesa, per un periodo compreso dal 2000 al 2012, l’azienda ha aperto dei conti correnti prima nella filiale di Villanova e poi in quella di Mondovì. Per tutti questi anni gli interessi applicati dalla Banca Regionale Europea all’azienda è sono stati di natura usuraria.

A finire davanti al giudice i direttori delle due filiali che si sono succeduti in questi anni: Pietro Origlia, Adriano Calleri, Claudio Schiffo e Ivano Bracco, tutti difesi dall’avvocato Luigi Giuliano di Torino.

logo-banca-regionale-europea-milano-milanomiaSecondo quanto ricostruito dai titolari della Ennerre, società che si occupava di import-export e poi costretta poi alla chiusura, con la Bre si sono registrati sin dall’inizio dei problemi di gestione delle spese, decisamente troppo onerose per il tipo di rapporto instaurato. Facendo eseguire il riconteggio dei conti da una società specializzata in questo settore i titolare scoprono quindi che i tassi d’interesse erano decisamente superiori alla norma, configurandosi come usura bancaria. Da qui la decisione di presentare una querela nei confronti della banca, che non è la prima volta che si trova a dover sostenere una causa del genere.

Il Tribunale di Cuneo
Il Tribunale di Cuneo

A fare la differenza in queste cause è la modalità di calcolo degli interessi che può ricomprendere o meno la commissione di massimo scoperto a seconda delle teorie di calcolo. Ma la legge in merito è chiara e non contempla le commissioni di massimo scoperto in questo genere di calcoli. Diversi però sono stati i cambiamenti nel tempo delle direttive impartite alle banche dalla Banca d’Italia, secondo la difesa dei banchieri a processo. La Banca d’Italia però non rappresenta una fonte legislativa, secondo i chi sostiene la causa dei ricorrenti. La parola, ora, è affidata al giudice.

Affidarsi agli esperti

Arrivare a dimostrare la propria situazione di credito, anziché di debito, non è certo facile per un’azienda. I suoi titolari hanno avuto il merito di farsi venire il dubbio, chiedere un controllo dei conti e denunciare banca.

Mai lasciare nulla al caso in queste situazioni. Le banche si possono vincere, ma è necessario utilizzare i mezzi più adeguati per farlo. Esperienza, competenza, capacità intuitiva necessaria per districarsi fra mille clausole non si inventano.

 


Fonte: La Stampa