Vertici di Findomestic accusati di usura bancaria
I vertici di Findomestic sono stati rinviati a giudizio con la grave accusa di usura bancaria. Ora si attende il verdetto finale, che sarà esposto a Verona.
La vicenda
La Procura di Verona ha fatto un passo in avanti in un caso di usura bancaria che coinvolge la nota società Findomestic. Ora si attende il verdetto finale, dopo la conferma di rinvio a giudizio. L’accusa è rivolta direttamente ai vertici dell’azienda finanziaria, ovvero l’amministratore delegato Carlo Fioravanti, il direttore generale Chiaffredo Salomone e il condirettore generale Giuseppe Jenzi. Tutti denunciati per aver commesso, durante intermediazioni finanziarie, usura in concorso fra loro. La prima udienza di questo caso è stata fissata per il prossimo 9 giugno.
Al momento sembra sicura la condanna per Findomestic. Questo perché il reato è stato accertato dalle indagini fatte sulle contabilità coinvolte nel caso. Ricordiamo che, per commettere il reato di usura bancaria, è necessario dover richiedere degli interessi (all’interno di contratti) superiori al tasso soglia previsto dalla legge. Per chi non conoscesse Findomestic, è una società appartenete al gruppo Bnp Paribas, e normalmente fornisce contratti di prestito di tipo standard.
La storia inizia nel 2007 con la concessione di un finanziamento a un privato di 25.000 euro e una carta di credito revolving con un limite di fido di 1.500 euro. Dopo il pagamento delle prime cinque rate, Findomestic ha iniziato a gonfiare i pagamenti con richieste di oneri di vario tipo, a causa di un lieve ritardo nel pagamenti. Nel 2009, Findomestic diventa più aggressiva e richiede un rientro di 26.700 euro, da fare con immediatezza. La richiesta così elevata è stata giustificata dall’azienda con: pagamento di tasse su rate arretrate, debito residuo e un indennizzo per il ritardo nei pagamenti. L’uomo coinvolto purtroppo non poteva permettersi un’analisi tecnica del proprio contratto stipulato con l’azienda, e solo nel 2015 riuscirà a trovare un modo per denunciare la società del gruppo Bnp, grazie al supporto di inchieste e esami dei propri conti.
Il risultato dell’analisi tecnica
L’analisi tecnica del caso ha evidenziato delle mancanze piuttosto gravi attuate da Findomestic. In primis, il piano d’ammortamento non è stato fornito al cliente. In questa maniera la banca ha potuto aggiungere a proprio piacimento spese varie a carico del cliente. Non fornire questi dati è una diretta violazione del Testo unico bancario e della legge sulla trasparenza. Ma non finisce qui. Infatti gli interessi presenti nel conto sono di fatto usurari. Si parla di interessi pari al 17,384%, di gran lunga superiore alla percentuale consentita dalla legge. L’indennità sui pagamenti è stata anche elevata in maniera illecita. Ma il dato più sconcertante riguarda le tassazioni sulla carta revolving, che ha raggiunto picchi di interesse del 121,65%. Una vera e propria truffa.
Questa sentenza è molto importante. Infatti, potrebbero essere presenti casi similari in Italia, e si potrebbe creare un effetto a catena. Una moltitudine di richieste di risarcimento da parte di vari clienti coinvolti in pagamenti più elevati rispetto a quelli consentiti dalla legge. Se realmente fosse così, la società subirebbe un grave danno sia economico che di immagine.
Il cittadino va tutelato dalla legge
Findomestic è messa a dura prova e, se verrà confermata l’accusa di usura bancaria, l’azienda subirà un colpo notevole alla sua reputazione.
Ricordatevi sempre di non fidarvi ciecamente dei consulenti finanziari. E che, in caso notiate delle contabilità con tasse troppo alte da pagare, è necessario rivolgersi a degli esperti. Delle persone che saranno in grado di fornire il giusto supporto e guidarvi verso il rimborso dei soldi persi.
Se avete problemi nei vostri conti, contratti finanziari o mutui, non esitate a chiamarci: 0375-833181.