Popolare di Bari New Concept Advisory

Popolare di Bari si unirà al processo

La Banca Popolare di Bari si costituirà come parte civile nel processo riguardante la truffa con le azioni Tercas. Azioni vendute come investimenti a un anno con rendimento garantito, quando in realtà erano degli investimenti ad alto rischio.

Delle azioni rischiose

Teramo. Nel corso del processo per la truffa con le azioni Tercas, la Banca popolare di Bari si costituirà come parte civile. L’annuncio arriva direttamente dal giudice che si sta occupando del processo. Probabile anche la costituzione di Antonio di Matteo e Lucio Pensilli, rispettivamente ex dirigente di Tercas e responsabile dell’area finanzia pro-tempore.

Il giudice ha deciso anche quante udienze ci saranno, ovvero otto. La prima di esse sarà il prossimo 25 settembre, data in cui verranno discusse le faccende preliminari del caso. Tutte le udienze termineranno entro il mese di dicembre 2017.

Gli indagati chiamati in causa sono tanti: si parla di 28 persone. Oltre a Di Matteo sono coinvolti anche direttori di filiali e semplici impiegati di banca, tutti con lo stesso capo di accusa: truffa in concorso. Pensilli Lucio, Alessio Trivelli, Piero Lattanzi, Franco Maiorani, Fabrizio Di Bonaventura, Maria Gabriella Calista, Maria Lucia De Laurentiis, Silvana De Sanctis, Rosanna Arcieri, Christian Torreggianti, Carlo Pavone, Giancarlo Stacchiotti, Franca Marozzi, Marco Nardinocchi, Pietro Sciaretta, Nicola Celli,Monica Di Luciano, Elena Malatesta, Valentina Angelozzi, Luca Ettorre, Rosanna Rastelli, Maria Carmela Valentini, Danilo Ranalli, Marinella Petrini, Luisa Maria Ferri, Lidia Mazzocchitti, Enrico Robuffo.

La Procura accusa queste persone di aver venduto delle azioni in maniera truffaldina. Infatti le azioni venivano proposte e fatte passare come titoli pronto contro termine, ovvero investimenti della durata di un anno, con un rendimento minimo garantito. In realtà erano delle azioni ad alto rischio, senza alcuna scadenza.

Ecco alcune parole delle Procura. “Gli imputati prospettavano e proponevano ai clienti un investimento mobiliare riconducibile a un’operazione in strumenti finanziari pronti contro termine, caratterizzata da assenza di rischio e dalla sicurezza di un rendimento annuo del 3% fisso e netto mentre, invece, il prodotto finanziario effettivamente offerto in vendita e acquistato dal cliente si sostanziava in un investimento senza scadenza e connotato da profili di elevata rischiosità, essendo il valore delle azioni ordinarie dipendente dalle fluttuazioni del mercato”.

La vicenda risale al 2011, con un’indagine partita dalle denunce di alcuni risparmiatori. Inizialmente tra gli indagati figurava anche l’ex presidente Tercas, ma poi fu scagionato.

Mai fidarsi delle proposte troppo vantaggiose

Questa vicenda dimostra come dei funzionari di banca propongano ai propri clienti degli investimenti, promettendo che essi siano sicuri. In realtà, dietro queste affermazioni, si nasconde una maxi truffa, poiché spesso gli investimenti suggerisci dai funzionari sono rischiosi. Non fatevi ingannare dalle banche.

Istituti che utilizzano il loro sistema di raggiri per derubare i clienti.


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