Irpef New Concept Advisory

Una possibilità poco piacevole per le vittime del terremoto di Macerata

Secondo un’analisi del terzo decreto sisma, i terremotati dovrebbero pagare l’Irpef in un’unica rata entro la fine di dicembre 2017. Valore medio stimato di 4.000 euro. Un danno enorme per persone che attualmente si ritrovano senza casa.

I terremotati rischiano danni economici

Terremoto New Concept Advisory
Alle vittime del terremoto toccheranno solo gli spiccioli

Macerata. “Le casse dello Stato possono stare tranquille, ma i terremotati no. Tutto lascia presumere che il governo punti a riprendersi tutta l’Irpef sospesa entro il 2017. Insomma, busta paga pesante fino al 30 novembre e poi restituzione in unica soluzione entro fine anno. Un’assurdità e una vergogna. Significa chiedere ai lavoratori e ai pensionati delle zone terremotate di restituire importi mediamente non inferiori a circa 4.000 euro in un’unica rata”. È il duro atto di accusa di Daniel Taddei, Silvia Spinaci e Manuel Broglia, che esprimono “seria preoccupazione per quanto sta emergendo dall’analisi del terzo decreto sisma sulla restituzione della busta paga”.

A loro avviso, nel testo trasmesso alle Camere per la conversione in legge non è affatto chiaro che anche all’Irpef sospesa si possa applicare la norma generale secondo cui le modalità di restituzione dei tributi sospesi a seguito di calamità naturale devono essere disciplinate con decreto del ministro dell’economia che può prevedere una rateizzazione, senza sanzioni e interessi, fino a un massimo di 18 mesi. È invece chiaro quello che si legge nella relazione tecnica che accompagna il decreto, in cui si legge che «la ripresa del versamento dei tributi sospesi», inclusa l’Irpef, «avverrà entro il 16 dicembre 2017 senza sanzioni e interessi» e che, «considerata la previsione di restituzione dei tributi sospesi entro il corrente anno, non si rilevano effetti in termini di minori entrate tributarie….».

Un’unica rata entro dicembre: lo scenario peggiore

Questo sembra avvalorare lo scenario peggiore, che cioè effettivamente la restituzione dovrà essere fatta in un’unica rata entro dicembre. «Ci viene il dubbio – sottolineano i sindacati – che il governo non si sia reso conto che queste norme si applicano a persone rimaste senza casa e costrette a trasferirsi lungo la costa e, magari, a sostenere a proprie spese migliaia di chilometri al mese per recarsi a lavoro. Persone che potevano trovare nella busta paga pesante un po’ di ristoro e che, invece, vengono costrette a subire la stangata».

L’intera vicenda sta assumendo le forme di una vera presa in giro. “Prima la previsione per cui l’agevolazione non poteva essere concessa a lavoratori e pensionati realmente terremotati se il loro datore di lavoro era domiciliato fuori dal cratere. Corretta questa assurdità ci troviamo ora di fronte quest’altra beffa. Chiediamo che il Parlamento intervenga per correggere questo ulteriore paradosso, escludendo il pagamento in unica soluzione e prevedendo espressamente la rateizzazione in almeno in 18 mesi. La restituzione dell’Irpef dovrebbe iniziare non prima di dicembre 2018».

Una situazione che va risolta

Questa analisi dimostra come i terremotati siano a rischio di dover pagare elevate somme di denaro allo Stato. Invece di essere tutelati rischiano di essere presi in giro.

Ricordiamo infatti che lo Stato ha investito tantissime risorse principalmente per le banche, con il decreto Salvabanche.


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