Tasso fisso ai minimi storici
La situazione contingente è certamente fra quelle più favorevoli per chi intende investire nel mattone attraverso un mutuo: tasso fisso intorno al 2%! Fantascienza… se solo 5 anni fa ci avessero prospettato una simile situazione avremmo risposto così: fantascienza! Si è infatti passati da mutui a tasso fisso fra il 6,5 e il 5,5% ad alcune proposte che oggi si aggirano anche al 1,89%.
Questo avviene grazie alla politica applicata sui tassi da parte della BCE, in un contesto di una crisi economica che si trascina ormai da oltre 8 anni. Diventa quindi logico pensare alla convenienza nell’intraprendere delle operazioni immobiliari, in questo momento così favorevole per gli investitori.
Meglio il tasso fisso o il variabile?
Ma la domanda che ci si ripete spesso è sempre questa: meglio il fisso o il variabile? Va da sé che se il fisso è al 2% oggi il variabile è ancora più conveniente, dato che l’euribor è addirittura sotto lo zero. La seconda domanda da porsi allora è per quanto il variabile rimarrà a questi livelli? Ecco, il quesito sul futuro è fondamentale per rispondere a questa domanda. Secondo le ultime analisi e stime economiche la situazione rimarrà stabilizzata almeno per i prossimi due anni. Il massimo aumento nei prossimi 5 anni viene valutato di circa un punto percentuale.
Questo dovrebbe così far sembrare più conveniente scegliere il tasso variabile, ma poi? Che cosa riserva il futuro? Dopo quasi dieci anni di crisi una ripresa diventa anche statisticamente maggiormente plausibile.
Due scuole di pensiero
C’è chi ritiene che sia conveniente ancora una volta accedere ad un tasso variabile cominciando a risparmiare in maniera maggiore nei primi anni, lasciandosi poi una possibilità di rinegoziare al fisso a seconda delle condizioni di mercato.
Altri esperti del settore invece, considerando che il tasso fisso non abbia mai avuto una convenienza così vantaggiosa, sono dell’idea che calcolando il fisso su un medio-lungo periodo possa invece esser più utile ai fini di un risparmio garantito e duraturo nel tempo. Resta comunque da valutare la possibilità di cambiare da un tasso all’altro che oggi, a differenza del passato, non è più un tabù. Quello che resta difficile in questo caso è prevedere la natura delle rinegoziazioni future, non è detto che la convenienza attuale dei tassi fissi sia perpetua, anzi, è una condizione eccezionale e difficilmente ripetibile.
Criteri di scelta
Per scegliere è necessario valutare quale sia il peso economico che si è in grado di sostenere nel tempo.
Il tasso fisso conviene comunque a chi non può permettersi grandi sbalzi in una rata.
Il variabile, viceversa, se non influisce sul reddito famigliare in maniera determinante può essere gestito in caso di un rialzo.
Esiste però una terza strada: quella del tasso variabile prudente, ovvero quella che prevede sì un tasso variabile, ma anche una sorta di accantonamento della differenza con il fisso per far poi fronte all’improvviso aumento dei tassi.