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Una maxi multa dalla Consob

Popolare di Vicenza, dopo il risarcimento richiesto dall’Antitrust, viene anche multata dalla Consob. Nel mirino diversi illeciti attuati tra il 2011 e il 2015.

Alcuni ex vertici dell’istituto condannati al risarcimento

La Consob dà un colpo forte alla Banca Popolare di Vicenza. Dopo la multa salatissima richiesta tempo fa dall’Antitrust, ora arriva un altra richiesta di risarcimento. Questa volta si parla di ben 9,14 milioni di euro. I crimini per cui sono stati richiesti questi milioni sono delle violazioni commesse dai vertici aziendali nel periodo tra aprile 2011 e aprile 2015. I provvedimenti riguardano organi importanti come il consiglio di amministrazione e il collegio sindacale. Indagati anche alcuni funzionari minori.

Esaminando nel dettaglio la vicenda, Consob ha  condotto un’indagine per un periodo alquanto lungo (da aprile 2015 a febbraio 2016) per arrivare alla conclusione che BpVi ha violato le discipline in materia di regole di condotta degli intermediari nei confronti della clientela. Violati anche i regolamenti di prospetto, di offerte al pubblico e di informazione societaria. Tutti questi illeciti sono stati messi in atto a causa di decisioni provenienti dai piani alti della banca. Decisioni che poi sono ricadute sull’intero istituto.  A guidare la banca era Gianni Zonin, e durante la sua carica sono stati sublimati 6 miliardi di euro di capitalizzazione e bruciati i risparmi di 119.000 soci.

La strategia messa in atto

Zonin è attualmente indagato anche per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza insieme all’ex direttore generale Samuele Sorato. Per queste due persone pendono altre sanzioni, come la perdita temporanea dei requisiti di onorabilità e l’incapacità di assumere incarichi in società quotate, per un totale di 76 mesi. I magistrati di Vicenza stavano indagando da tempo su Banca Popolare di Vicenza e, in particolare, su movimenti finanziari sospetti o poco chiari.

In particolare, sono stati revisionati i “finanziamenti baciati”. Prestiti che sarebbero finiti soprattutto nei conti di imprenditori vicini al management dell’istituto. Zonin sembra aver messo in atto un vero e proprio schema per truffare circa 120.000 azionisti, che ha preso il nome di “schema Zonin”. Con questa strategia i clienti-soci erano indotti ad acquistare i titoli della banca che di lì a poco sarebbero divenuti carta straccia. Una maxi truffa in grande stile

Una banca dal futuro incerto

Questa nuova multa mette in risalto il perché della crisi di questo istituto. Scelte sbagliate e attuazione di illeciti hanno portato la banca in una situazione di non ritorno.

Ora si attende l’aiuto dell’Ue e dello Stato per risollevare le sorti di BpVi. Secondo le ultime voci, entro l’anno sarà possibile attuare la ricapitalizzazione.


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