Usurati New Concept Advisory

Una svolta nelle accuse per usura

Due direttori di banca condannati dal Tribunale di Pistoia per usura. Di grande importanza anche il coinvolgimento, nelle accuse, degli istituti di credito.

Il reato commesso dai direttori di filiali

Il Tribunale di Pistoia ha condannato due direttori di filiali bancarie a quattro anni di carcere per il reato di usura. Inoltre dovranno pagare un risarcimento di ben 16.000 euro ciascuno per la gravità del crimine commesso. Ma il Tribunale non si limita a condannare i due malfattori, ma decide anche di accusare le banche di cui facevano parte, per non aver controllato con la dovuta attenzione e diligenza l’operato dei suoi due dipendenti.

Questa importante sentenza è stata pronunciata dal presidente del Tribunale Luca Gaspari nei confronti di Andrea Bendinelli, 57 anni, di Pescia e di Paola Pasquali, anche lei di 57 anni, di Montecatini. Entrambi erano stati direttori direttori della filiale di Pesca dal 2001 al 2007, per conto della Cassa di risparmio di San Miniato e della Banca Toscana.

La vicenda ha origine nel 2001, quando una coppia di commerciati, in preda a gravi problemi economici, decide di rivolgersi alle banche per chiedere aiuto. Ma ben presto si è venuto a scoprire che questi conti correnti che sono stati firmati con gli istituti di credito erano viziati da interessi elevatissimi, tanto da mettere in crisi ancora di più le povere vittime. Per questo motivo, il giudice ha ordinato l’annullamento di validità di questi contratti. Annullati anche i conti sottoscritti da amici e parenti delle parti offese, che si erano prodigati a fungere da intestatari di contratti finanziari, per aiutare la coppia di commercianti. Una vera e propria maxi truffa, che ha coinvolto un gran numero di ignari cittadini.

Oltre la reclusione e la multa, i due direttori sono stati condannati all’interdizione dagli pubblici uffici per 5 anni e alla confisca di beni per 65.000 euro per Pasquali e 104.000 euro per Bendinelli.

Coinvolti anche gli istituti di credito

Le banche, invece, sono state anche riconosciute responsabili dei danni subiti dalle vittime. Ancora non è stato definita la somma precisa che dovranno risarcire. Le stime provvisorie parlano di decine di migliaia di euro. La condanna degli istituti di credito rappresenta una vera e propria svolta nelle sentenze di usura, perché in precedenza venivano condannati solo le persone che direttamente avevano causato danni alle vittime, non le banche.

Mutui New Concept Advisory
Scoprire se sul tuo mutuo è presente usura è complicato?

Per questo motivo, vi è grande soddisfazione da parte dei legali che hanno preso parte a questa causa. “Le assoluzioni per alcuni capi d’imputazione e le condanne per altri dimostrano che è stato dato credito ai racconti delle parti civili, di cui avevamo messo in luce le evidenti contraddizioni. Aspettiamo comunque di leggere le motivazioni della sentenza e di certo proporremo appello”.

Infine, c’è da precisare che, quando è iniziato il lungo processo, nel 2010, erano tre gli imputati e non due. La terza persona era Vincenzo Todisco, di 69 anni, che purtroppo è deceduto durante il lungo iter giudiziario. Si ipotizza che fosse lui la mente dell’operazione. Perché aveva prestato 22.000 alla coppia di commercianti, per poi richiedere interessi pari al 285%. A causa di questo rapporto tra le vittime e l’accusato che la Procura ha preso di mira le banche. Questo perché gli istituti hanno apertamente agevolato i rapporti tra queste persone, rendendosi complici del furto di denaro.

Una vittoria storica per i commercianti e una sconfitta molto dura per le banche.

Una sentenza di fondamentale importanza

Questa sentenza risulta molto importante nel panorama delle accuse per usura. Infatti, oltre i direttori di filiale, sono stati accusati anche gli istituti di credito per essere stati complici del reato.

Ricordatevi sempre che le banche hanno i loro sistemi truffaldini per farla franca. Siate sempre vigili.


Fonte