Mutui al posto di azioni

BancApulia, controllata da Veneto Banca: ha depredato i risparmiatori-azionisti mentre acquistavano la prima casa stipulando un mutuo.

vento banca

Ai lavoratori che andavano in pensione, il direttore, come un mastino sulla preda ignara, diceva: “Non lasciarla marcire sul conto”. Casi di qualificazione di “investitore esperto”, sempre da parte del direttore di filiale a persone con la licenza elementare.

Da Il Fatto Quotidiano 27 maggio 2016

E’ Veneto Banca, il gigante di Montebelluna, con la sua immaginifica sede centrale, tipica cattedrale nel deserto. Quando la vedi dal vivo pensi: ecco che cosa fanno le banche coi soldi che rubano. Ecco che convince gli azionisti risparmiatori all’ulteriore sacrificio. Azioni comprate a quaranta euro l’una che ora valgono pochi centesimi per effetto del maxi aumento di capitale sociale e della quotazione in borsa.

Ma le storie vere di questi piccoli azionisti risparmiatori non ci possono davvero lasciare indifferenti. Sono vere truffe bancarie.

Un mutuo per la casa in cambio dell’acquisto di 100mila in azioni che ora non valgono quasi nulla. Il miraggio di rendimenti fino al 4%, “ma già nel primo anno ho perso 1000 euro”. Le rassicurazioni sulla “pronta liquidabilità” dei soldi della liquidazione investiti in titoli. Salvo che, quattro anni dopo, non solo ne è rimasto solo il 20%, ma nemmeno quello può essere prelevato. I moduli falsati per poter vendere prodotti ad alto rischio a chi, avendo solo la quinta elementare, non era in grado di comprendere che avrebbe potuto rimetterci.

Queste tra le tante storie degli azionisti di BancApulia. Piccolo istituto di origine foggiana, acquisito poi, nel 2009 da Veneto Banca.

I numeri della truffa

500 azionisti pugliesi hanno perso 6 milioni di euro grazie alle menti criminali della banca.

Anche loro, come i soci della capogruppo, hanno visto evaporare gran parte dei risparmi che avevano investito nelle azioni dell’istituto guidato allora dall’ex numero uno Vincenzo Consoli. Le perdite peraltro sono destinate ad aggravarsi ancora, grazie all’aumento di capitale sociale e il probabile intervento del fondo Atlante, esattamente come è accaduto nel caso della Popolare di Vicenza.

Durante la gestione Consoli, secondo la procura di Roma che lo ha iscritto nel registro degli indagati per ostacolo all’attività di vigilanza insieme all’ex presidente Flavio Trinca, i conti della banca sono stati affossati. Come? Concedendo con disinvoltura prestiti senza garanzie e falsando la situazione patrimoniale del gruppo. Questo proprio per poter fissare il prezzo delle azioni – nelle popolari non quotate a deciderlo è lo stesso consiglio di amministrazione – a un livello ben superiore a quello giustificato dagli effettivi parametri economici della banca e indurre i risparmiatori a ritenerla solida. Nel 2013 per esempio i vertici di Veneto Banca portarono il valore a 40,25 euro. Ed è a quel prezzo che gran parte degli azionisti pugliesi ha comprato. Peccato che lo scorso dicembre, dopo le maxi svalutazioni imposte dalla Bce (che nel frattempo ha assunto la vigilanza sugli istituti dell’area euro), le stesse azioni siano state valutate, ai fini del recesso, 7,3 euro. L’81% in meno. Soldi peraltro solo virtuali, visto che la banca non aveva capitale sufficiente per rimborsare chi lo avesse chiesto.

La testimonianza di Antonio

“Il direttore mi disse: non far marcire la liquidazione sul conto. Ho comprato 32mila euro di azioni spinto da un carissimo amico che lavora in una filiale di BancApulia a Foggia” racconta Antonio, poliziotto in pensione, foggiano di 68 anni. “Facevano parte della liquidazione presa da mia moglie dopo anni di lavoro. Il direttore mi disse: “Non lasciar marcire i soldi sul conto anche perché tra bollo ed altro alla fine troverai sempre di meno”. Queste parole mi spinsero a fidarmi e feci l’investimento, soprattutto perché lo stesso direttore mi garantiva la pronta liquidabilità. Ho investito i miei 32mila euro e dopo aver firmato un mucchio di carte ho aspettato di vederli fruttare. Tutto questo accadeva 4 anni fa. Mi sono recato in banca lo scorso anno, per poter riprendere i miei soldi per fare alcune operazioni in famiglia. Ad attendermi un’amara sorpresa. Non solo i 32mila euro erano diventati 7mila, ma anche quel residuo non poteva esser prelevato perché a detta del direttore “ad oggi nessuno è interessato a comprare le sue azioni”. Immaginate lo sconforto. Premetto che non sono un esperto in economia e non ho mai fatto investimenti simili. L’unica cosa che mi ha spinto a fare l’acquisto è stato il rassicurante invito del direttore. Ora da quel che ho capito rischio di perdere tutto».

Il racconto di Giovanni e Anna

Il mutuo in cambio dell’acquisto di 100mila euro di azioni. Ancor più drammatica la storia di Giovanni e Anna, una coppia che dopo anni di sacrifici si è rivolta a BancApulia per ottenere un mutuo di 60mila euro per acquistare una casa in un piccolo centro dei Monti Dauni. “Mi sono rivolto alla filiale della banca – spiega Giovanni – e il dipendente che conoscevo da tempo mi spiegò che nel mio caso e con i tempi che correvano la possibilità di accendere un mutuo era a dir poco lontana. Così mi propose un pacchetto rivolto agli azionisti. Io risposi francamente che non avevo a disposizione soldi per comprare casa quindi nemmeno per investire in azioni. Senza batter ciglio il direttore mi invitò a star tranquillo; avrebbero provveduto ad erogarmi un mutuo di 160mila euro, di cui 60 per la casa e 100 in azioni. “Una scelta che vi darà la possibilità di pagarvi gli interessi passivi con quelli attivi delle azioni – mi rassicurò”. Oggi mi ritrovo a pagare 160mila euro di mutuo con rate mensili altissime e con delle azioni che non valgono niente”.

La storia di Angela e Sabino

“Siamo senza lavoro. E i 18mila euro di risparmi sono scomparsi” – Idem per Angela e Sabino, un’altra coppia di San Severo, che in un momento di tranquillità economica decisero di dar ascolto ai consigli di un amico dipendente di una filiale di BancApulia, acquistando 18mila euro in azioni. “Oggi – spiega Angela – mio marito ha perso il lavoro e abbiamo chiesto alla banca di ridarci i 18mila euro, vista la tanto ventilata pronta liquidità promessa al momento della sottoscrizione. Il direttore mi ha detto che al massimo può erogarmi un finanziamento di 5mila euro sul quale pagare ovviamente gli interessi. Quei 18mila euro, frutto dei nostri sacrifici per momenti bui come questi, sono scomparsi nel nulla”.

Pietro sperava in una rendita del 4%

“Il direttore mi ha promesso un rendimento del 4%. Diceva: ‘Anche io e mia moglie abbiamo le azioni’”. Una storia che si ripete anche per Pietro, 56enne del foggiano. “Avevo dei risparmi – racconta Pietro – il direttore della mia filiale di BancaApulia, che conosco da una vita perché originario del mio paese natio, mi propose di farli fruttare. Quando ho chiesto la natura dell’investimento e l’amico direttore raccontò che si trattava di azioni non quotate in Borsa. Addirittura con un rendimento che poteva arrivare fino 4% annuo. Inizialmente misi in mano al direttore intorno ai 30mila euro. Ma già nel primo anno ci fu una perdita di circa mille euro. L’amico direttore mi rassicurò dicendomi che il decremento era causato da problemi con la Bce, ma tutto si stava risolvendo. Fu così rassicurante che mi convinse a partecipare all’aumento di capitale. Un ulteriore investimento di 20mila euro. Sono arrivato a dare alla banca circa 55mila euro. Davanti a quell’ulteriore prova di fiducia il direttore mi disse: “Ad un amico posso consigliare una cosa del genere se c’è un rischio? Anche io e mia moglie abbiamo quelle azioni e quindi non si preoccupi siamo nella stessa barca. Quella barca sta affondando con i miei risparmi di una vita”.

Si tratta di banche predatrici, voraci e fameliche che non esitano a rovinare la vita della persone e a divorare i loro risparmi.

Si deve sapere che i funzionari di banca possono essere perseguite penalmente e personalmente. Si può anche chiedere la confisca dei beni di ognuno di loro, inseguendoli su tutto il pianeta.

A chi rivolgersi?

L’importante è affidarsi ad uno studio legale competente, che abbia comprovata esperienza in questo campo.