La condanna per anatocismo
La Corte d’Appello di Lecce ha condannato una banca al pagamento di 126.468,64 euro a un correntista per anatocismo.
La vicenda
La Corte d’Appello di Lecce ha accolto l’appello proposto da un correntista e ha condannato la Banca al pagamento della somma di 126.468,64 euro, oltre interessi e spese di lite.
La vicenda ha inizio nell’anno 2007 quando un imprenditore conveniva dinanzi al Tribunale di Brindisi la sua banca. La motivazione è che, nel corso del rapporto di conto corrente iniziato nel 1991, gli furono applicate numerose clausole nulle, con tassi fino al 24,50% ed anatocismo trimestrale. Il Tribunale aveva limitato il diritto dell’attore alla ripetizione dell’indebito “al decennio anteriore alla notifica dell’atto di citazione e fino alla data di estinzione del conto corrente”. Così la banca fu condannata alla restituzione dell’importo di 26.537,83 euro anziché di quello richiesto di euro 126.468,64.
A seguito dell’impugnazione proposta al correntista con gli avv.ti, la Corte ha osservato che la prescrizione (decennale) va fatta decorrere dalla chiusura del conto e non dall’annotazione delle singole operazioni di versamento. Quindi viene accolta la domanda inziale della parte attrice.
Bisogna sempre far valere i propri diritti
Questa vicenda dimostra come i clienti vengano continuamente raggirati dalle banche. Bisogna sempre val valere i propri diritti.
Un caso interessante riguarda un funzionario di banca finito in carcere per la creazione di alcuni conti fittizi. L’obiettivo, come di consueto, era di rubar soldi ai clienti.