Banca Carige riciclaggio New Concept Advisory

Un nome importante escluso dalle indagini per riciclaggio

Giovanni Bernaschi, ex presidente di Banca Carige, è stato scagionato dall’accusa di riciclaggio perché i reati sono andati in prescrizione. La lentezza burocratica ha portato a questo epilogo.

Tempi troppo lunghi per formulare una condanna

Genova. L’indagine che riguarda una maxi truffa di Carige dovuta a riciclaggio di denaro prosegue. Inizialmente erano coinvolti molti nomi, tra cui quello di Giovanni Berneschi, ex presidente di Banca Carige. Da poche ore arriva la notizia che l’ex capo dell’istituto non fa più parte del registro di indagati, perché è passato troppo tempo prima della formulazione completa dell’accusa. Insomma, è andato tutto in prescrizione, per cui è avvenuto il proscioglimento di qualsiasi accusa a suo carico. A volte, la lentezza dei processi burocratici porta anche a questi tristi risultati.

Il processo non è ancora finito e rimangono in piedi altri nomi chiave per la risoluzione di questa storia. Umberta Rotondo, moglie di Berneschi, e i vertici di banca che lavoravano ai tempi dell’accusa. Parliamo di Antonio Cipollina, Gian Marco Grosso e Marcello Senarega. La nuora di Berneschi, Francesca Amisano, ha immediatamente confessato il coinvolgimento nello scandalo e ha patteggiato per due mesi di carcere.

Riciclaggio per 12 milioni di euro

La vicenda, nel dettaglio, riguarda una somma di denaro molto elevata. 12 milioni di euro che, secondo l’accusa, sono stati manipolati in maniera strategica e sospetta. In sostanza, il Centro Fiduciario della banca avrebbe creato “una rete strategica per preservare la gestione di pratiche finanziarie”. Lo scopo di questi illeciti era garantire un maggior numero di soldi alla famiglia di Bernaschi e agli amici dell’allora ex presidente di Carige.

Come avveniva l’illecito? Bernaschi e i suoi soci, utilizzando i poteri dati dalle loro cariche, cambiavano o nascondevano documenti di vitale importanza agli altri soci dell’istituto. In questa maniera pilotavano i movimenti finanziari di tutti i soci della banca, per utilizzarli a loro favore. Dopo anni, però, l’istituto è stato denunciato proprio per attività sospette non chiare, che portavano a flussi finanziari fin troppo pilotati. La verifica della Guardia di Finanza, poi, ha fatto luce sul caso, evidenziando la realtà dell’illecito. Attualmente si sta occupando del caso il giudice Silvia Carpanini. Nelle prossime settimane saremo in grado di sapere quale sarà il destino degli altri accusati.

Bisogna reagire tempestivamente contro le banche, altrimenti si rischia di perdere

Questa vicenda dimostra come alcuni bancari puntino a perdere quanto più tempo possibile in Tribunale. Il risultato, infatti, è quello di far passare i reati in prescrizione, in maniera tale da far cadere qualsiasi capo d’accusa.

Per questo motivo, è di fondamentale importanza la reazione del cittadino difronte alle ingiustizie delle banche. Se avete problemi nei vostri conti, contratti finanziari o mutui, reagite tempestivamente e chiamateci: 0375-833181.


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