Illeciti New Concept Advisory

Illeciti compiuti da un colosso bancario

Banca Intesa Sanpaolo condannata a restituire 1.125.000 euro a un’azienda casearia. L’accusa è di anatocismo, ovvero l’applicazione di interessi illeciti.

25 anni di interessi: la storia da oltre 1 milione di euro

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Carbonara al Ticino: 1.125.000 euro. È la cifra che Banca Intesa Sanpaolo è stata condannata dal giudice civile a pagare a un’azienda di Carbonara al Ticino che opera nel settore caseario. Secondo il giudice di Milano Francesco Ferrari, che ha pronunciato la sentenza l’11 gennaio, sarebbe stato praticato anatocismo.

L’impresa avrebbe pagato interessi debitori non regolari e commissioni di massimo scoperto non pattuite attraverso un meccanismo complesso, che è dovuto passare al vaglio di un perito. Le conclusioni dell’esperto hanno convinto il giudice, che ha condannato la banca a pagare quanto percepito in 25 anni di rapporto con l’azienda, oltre 30.000 euro di spese legali.

La causa era scaturita dall’analisi del conto corrente aperto dall’impresa nel 1987 e chiuso nel 2012. Le verifiche avevano fatto emergere alcune anomalie. In particolare, la società sembrava aver corrisposto, negli anni, importi irregolari perché frutto di capitalizzazione trimestrale degli interessi passivi e addebiti anche di oneri finanziari che non comparivano nel contratto, come le commissioni di massimo scoperto.

Una prassi applicata da tanti istituti

A questo punto l’azienda si è rivolta a un perito, che ha confermato le irregolarità e ha anche quantificato la somma corrisposta dall’impresa senza titolo. La causa è partita nel 2014 e si è chiusa dopo 3 anni con la condanna della banca. Non è l’unica sentenza riguardante illeciti bancari: infatti, anche un’azienda di Comiso è stata vittima di usura bancaria, con tassi di interesse che sfioravano il 453%.

Le banche nel corso degli anni hanno capitalizzato gli interessi passivi sui conti correnti a seguito di concessione di fidi bancari, in violazione della legge. Questa prassi è stata applicata praticamente da tutti gli istituti.

Questo significa che tutti coloro che hanno avuto fidi bancari prima del 22 aprile 2000, quando c’è stata una regolamentazione legislativa, possono richiedere alla propria banca le somme pagate ingiustamente”. Con queste parole si esprime l’avvocato dell’azienda che ha seguito l’impresa pavese. Non è un caso che i procedimenti contro gli istituti di credito nei tribunali siano aumentati.

Gli illeciti vanno combattuti

Questa storia mette in risalto come l’anatocismo continui a essere presente in tantissimi conti correnti. Non fatevi ingannare dalle banche.

Ricordatevi che l’unico modo per combattere contro gli istituti di credito è affidarsi a dei professionisti del settore. Persone che hanno già vinto contro le banche.


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