Cassa di Risparmio di Volterra condannata per anatocismo

Anatocismo, ancora un caso che vede una banca esser condannata dal giudice. In questo caso ci troviamo a Pontedera, dove il giudice del tribunale della cittadina toscana si è pronunciato a favore del cliente dannaggiato dalla condotta illecita della banca.

La vicenda

cassa_di_risparmio_di_volterra1Il commerciante Leonardo Magnesa aveva aperto il conto con la filiale cittadina della Cassa di Risparmio di Volterra nel gennaio del 1992. Un rapporto ultraventennale che non aveva, apparentmente, mai presentato grandi problematiche.

In realtà l’uomo, dopo aver fatto controllare i propri rapporti bancari, aveva scoperto che l’istituto bancario applicava nei suoi confronti un eccesso di interessi, commissioni altissime, giorni valuta e spese forfettarie di vario genere, oltre all’anatocismo: l’applicazione degli interessi sugli interessi. Tutto questo a fronte di pochissime movimentazioni operate da parte sua su quel conto.

La causa

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Il Tribunale di Pontedera

Rivoltosi ad un avvocato, nel gennaio 2006, cominciò la propria causa contro la banca. Sono stati necessari ben 6 anni e diverse udienze prima di arrivare alla conclusione che ha dato ragione al commerciante di Pontedera. Il giudice ha, infatti, cancellato il credito che la banca vantava nei confronti del ricorrente, riducendolo in maniera molto sensibile.

La sentenza emanata dal giudice Magnesa del Tribunale di Pontedera si basa sulla Sentenza numero 24.418, emessa dalle Sezioni Unite di Cassazione il 2 dicembre 2010 sull’anatocismo. Questa “riconosce al debitore il diritto di recupero, dalla data di inizio del rapporto e sino alla chiusura, di tutti gli indebiti pagamenti ricevuti dalla banca con gli addebiti trimestrali di illecite competenze”.

Fate valere i vostri diritti

Ancora una volta una banca si trova ad aver perso una battaglia contro un cliente che non ha accettato supinamente di subire le sue ingerenze.

Occorre prendere coscienza che le banche non sono enti intoccabili e che è possibile batterle.

Ma per vincere contro le banche occorre sapere come combatterle e utilizzare gli strumenti giusti. Non basta solamente denunciare alla magistratura i torti subìti.

Occorre affidarsi a chi le banche sa come vincerle sul loro campo. Non è cosa facile, ma è possibile farlo. Diventa però indispensabile affidarsi a legali esperti in materia, in grado analizzare situazioni che vengono nascoste con abilità nei meandri delle clausole contrattuali. Clausole che troppo spesso risultano anche illegittime e quindi non applicabili.

 

 

 

 

 



Fonte: Il Tirreno