Tango bond: risarcimento da 800mila euro
Ancora un caso di condanna relativo alla vicenda dei bond argentini. Un caso che, questa volta, impone alla banca di turno un maxi-risarcimento, forse il più oneroso di questo mai visto in Italia.
La vicenda
Nel 2001 un investitore goriziano sottoscrive un investimento in obbligazioni argentine del valore di un milione e 250mila dollari, attraverso la Bcc di Cervignano, divenuta oggi Credifriuli. La vicenda relativa al default dello stato argentino è nota a tutti, le perdite subìte dai risparmiatori italiani anche.
L’investitore, scottato da questa bruciante perdita finanziaria, muove causa alla banca e la vince! Il verdetto emesso dal Tribunale di Gorizia condanna la banca risarcire l’investitore di una somma che supera gli 800mila euro. Una bastonata non da poco nei confronti dell’istituto bancario. Ma non è tutto.
Ad esser rilevante, dal punto di vista giuridico, è anche la motivazione della sentenza emessa dal foro goriziano. Ad essere infatti riconosciute sono le ragioni dell’uomo che aveva lamentato, all’atto del conferimento dell’acquisto delle obbligazioni emesse dalla Repubblica argentina, una mancata informazione in merito alla pericolosità finanziaria di questa operazione. L’investitore, infatti, aveva una media propensione al rischio tracciata sul proprio profilo, non certo quella dello speculatore di professione e, quindi, cosciente di ciò che rischiava davanti ad un investimento di questo genere.
I giudici hanno quindi riconosciuto la banca inadempiente alle norme che impongono il rilascio di specifiche informative sui titoli. Un comportamento molto grave che comporta anche l’interruzione e la risoluzione del contratto stesso di intermediazione finanziaria e, quindi, la dichiarazione di nullità del contratto quadro. Risultato: la condanna della banca a restituire quanto investito nei bond argentini, sottratte le cedole percepite e il valore residuo dei titoli, oltre a sobbarcarsi l’onere di parte delle spese legali.
Altra sentenza minore… ma significativa
Un’altra sentenza, questa volta pronunciata dal Tribunale di Pordenone, è destinata a far discutere e creare un precedente a favore degli investitori danneggiati da questa vicenda.
Ad esser condannata, in questo caso, la Cassa di risparmio di Venezia, che dovrà rifondere di 16mila euro un investitore. Velocissimo il dibattimento: solamente 4 mesi dall’apertura della causa alla sentenza. Importante la decisione da parte del giudice Martina Gasparini del riconoscimento dell’ammissibilità del ricorso davanti al tribunale italiano, anche in concomitanza con un’analoga causa presso l’Icsid. Cade quindi il mito che queste cause possano esser trattate solamente attraverso l’arbitrato internazionale.
Fate valere i vostri diritti.
Davanti a casi come quello dell’Argentina e della Grecia, i segnali di scricchiolio delle due economie erano ben evidenti agli operatori del settore. Eppure c’è chi, nonostante i rischi annessi, ha suggerito ad ignari cittadini di investire comunque.
Bene hanno fatto a ricorrere ai Tribunali di Gorizia e Pordenone i due investitori. Ma per tutelarsi e aver ragione di una banca non basta la denuncia. Diventa indispensabile affidarsi a chi è esperto nel settore, a chi le banche le ha già battute per poterle vincere ancora.