Imprenditore sotto scacco
Titolare d’impresa, dopo esser stato costretto a firmare una polizza fideiussoria presso la propria banca, si ritrova truffato per usura bancaria. Una storia molto triste, che mostra la vera realtà degli istituti di credito, al giorno d’oggi.
Storia di un prestito con “obbligo” di polizza
I rapporti tra banche e clienti sono sempre stati complessi. Da privati che vogliono poter investire in tranquillità, ma si ritrovano con i propri soldi prosciugati. Oppure imprenditori che devono gestire una propria attività. Si sa, i prestiti e i rapporti bancari sono necessari per andare avanti. Molte volte, però, ciò che viene così tanto decantato dalle pubblicità, ovvero che ” le banche curano gli interessi dei propri clienti”, può rivelarsi una bufala. La storia che vi racconteremo parlerà di illeciti ma anche di minacce, tutti a carico di un bravo e onesto lavoratore di Adelfia.
C. O. ha una sua impresa, ma ha bisogno di un prestito per far quadrare i conti. Come tante persone del settore, ha deciso di rivolgersi a una banca di spicco, il Banco Santander, per richiedere dei soldi. Tuttavia, già si partiva con il piede sbagliato. Queste le parole del titolare della ditta. “Dopo aver visionato e approvato tutta la documentazione che mi hanno richiesto, per portare a conclusione la pratica mi hanno chiesto di sottoscrivere una sorta di assicurazione, una polizza fideiussoria, per garantire in caso io non avessi potuto onorare il finanziamento”.
La banca, si può leggere tra le righe della sua richiesta, esprime chiaramente il suo concetto. Se non firmi la polizza, nessun soldo ti sarà garantito. Un vero e proprio ricatto, che l’imprenditore ha dovuto accettare contro la sua volontà, perché quel finanziamento era tutto per lui e il suo futuro. Ed è proprio da qui che inizieranno una serie di eventi che metteranno C. O. con le spalle al muro.
Interessi gonfiati: usura bancaria in corso
Dopo aver preso in mano i soldi del prestito, per l’imprenditore sembrava andare tutto per il meglio. La sua attività iniziava ad andare bene e poteva sia guadagnare qualcosina, che pagare le rate del finanziamento. Fatto sta che, dopo alcuni mesi di rate accettabili, iniziarono ad arrivare le prime stangate. Quote raddoppiate, gonfiate all’inverosimile, che hanno scatenato la furia dell’uomo, che immediatamente cercò una soluzione. Tra esami tecnici della contabilità e discussioni della banca, lo stress iniziava a farsi forte.
Ecco come si esprime l’uomo riguardo al rapporto con la banca. “Ne è nata una diatriba, perché ho dovuto pagare delle rate abbastanza alte, con interessi ai limiti dell’usura. A chiunque darebbe fastidio pagare più del dovuto e restituire delle somme che non sono legali”.
Insomma, usura bancaria confermata, su un conto che già di base era stato aperto col ricatto, grazie alla firma della polizza. Casi di irregolarità bancarie quali anatocismo, usura bancaria o commissioni di altro tipo non autorizzate dalle legge, possono essere individuati con semplicità da chi lavora in questo settore da anni, esperto e preparato, e sa come si comportano le banche. Per questo motivo è fondamentale rivolgersi a persone qualificate nel momento in cui notate qualcosa che non va nei vostri conti.
La reazione dell’uomo ai soprusi
Nel caso di C. O. poi, anche le richieste dei legali verso la banca vengono respinte. L’istituto ha accettato la verifica dei conti, ma ha escluso a priori qualsiasi eventuale annullamento di interessi all’interno della polizza fideiussoria. Il motivo? Semplice, ma al contempo arrogante. La banca sostiene che questo documento sia stato firmato secondo la volontà del cliente, quindi è escluso in qualsiasi modo dal caso.
Diciamo subito che questo ragionamento è sbagliato. In primis perché i soldi messi in ballo da questa sorta di assicurazione sono un “vincolo obbligato” che l’imprenditore ha dovuto subire. Quindi non può essere esclusa dal calcolo degli interessi una polizza così importante. Inoltre, anche la stessa banca sta prendendo in giro C. O., affermando che questa polizza è stata richiesta e firmata di propria volontà, cosa in realtà falsa: niente prestito senza quella firma, per cui la scelta non è stata facoltativa.
Una beffa bella e buona, a cui l’imprenditore ha deciso di rispondere prontamente. Ora si attende il proseguimento della vicenda.
Affidatevi agli esperti, un’arma sicura contro le banche
L’imprenditore, nonostante le ingiustizie ricevute, ha reagito prontamente. Non bisogna farsi piegare dalle minacce sempre più incombenti degli istituti di credito, bensì reagire.
L’unico mezzo sicuro per assicurare una vittoria solida è affidarsi a figure altamente professionali e competenti in materia. Quindi, se avete problemi nei vostri conti, contratti finanziari o mutui, non esitate a chiamarci: 0375-833181.