Colosso bancario finito in Tribunale per aver applicato illeciti su conto corrente
Un imprenditore denuncia un istituto di credito per presunta applicazione di interessi illeciti e usura bancaria su un conto corrente.
Una battaglia per i propri diritti
Genova. Titolare di un’impresa cita in giudizio una banca per aver applicato interessi illegali e usura bancaria sulle sue contabilità. Questa è la storia di Giuseppe, un piccolo imprenditore ligure, uno di quelli che sgobba dalla mattina alla sera e al quale nessuno regala niente e che deve inventarsi tutti i giorni per sopravvivere e guadagnarsi il suo piccolo spazio nel mondo dei giganti.
Un uomo che aveva aperto un conto corrente con una grossa banca negli ultimi anni ’90 e che nel 2007, stremato dalle telefonate vessatorie da parte del suo direttore e stanco di ingrassare la banca con interessi da capogiro, aveva chiuso il proprio conto.
Sei anni dopo, Giuseppe era deluso e arrabbiato per come era stato maltrattato e aveva sentito parlare di anatocismo. Così ha fatto periziare il suo conto, venendo a scoprire che la banca aveva sempre preteso soldi che non le erano dovuti. Ha fatto quindi valere i suoi diritti. Lo doveva a sé stesso e ai suoi figli e fu questo l’unico modo per riprendersi ciò che l’istituto di credito gli aveva calpestato: la dignità.
In Tribunale la banca si è comportata come le altre e ha replicato alle accuse accampando stupidaggini. Secondo il colosso bancario l’anatocismo e le cms erano valide, quindi tutte le richieste fatte verso Giuseppe erano giuste e corrette.
La condanna della banca e la gioia della vittoria
Qualcuno lo aveva avvisato che la banca gli avrebbe dato del filo da torcere, ma Giuseppe si è informato, sapeva di avere ragione e si è affidato alla giustizia e a uno studio legale specializzato. In questa maniera è iniziata una vera e propria battaglia giudiziaria, in cui l’imprenditore stava lottando per i suoi diritti e i suoi soldi.
Il Tribunale, notando lo scontro acceso tra le parti, decide di nominare un Ctu per avere un’opinione qualificata e poter esprimere il suo parere finale. Così, grazie anche alle perizie svolte dal team di Giuseppe, il CTU ha potuto confermare la presenza di anatocismo all’interno del conto corrente preso in esame.
L’attesa è stata lunga, la fatica tanta. Ci sono voluti tre anni per Giuseppe, ma alla fine ce l’ha fatta. Si è trovato in tasca più di 45.000 euro che non sapeva di avere. Nel dettaglio, l’istituto di credito ha rimborsato Giuseppe di 45.497,78 euro, oltre al risarcimento di tutte le spese legali, che ammontano a 4.487,00 euro più 458,00 euro di esborsi, e quelle del CTU.
Una vittoria schiacciante per Giuseppe, che decide di festeggiare alla grande la fine del suo calvario. Infatti ha fatto una bella vacanza ai Caraibi con la sua famiglia, di cui ormai è diventato l’eroe e, con i restanti soldi, ha investito nella sua attività.
Vincere è possibile, se aiutati da figure competenti
Grazie a questa sentenza, veniamo a conoscenza come un titolare di azienda è stato raggirato da una banca. Ma egli ha deciso di combattere duramente per far valere i propri diritti e farsi rimborsare del denaro perso.
Ma l’unica maniera in cui Giuseppe ha ottenuto la tanto sperata vittoria è stata quella di affidarsi a un team di persone esperte. Figure valide in grado di esaminare le vostre contabilità, che hanno già vinto contro le banche.
Fonte: Sentenza n. 3668/2016 pubbl. il 03/12/2016 RG. n. 10783/2013 Repert. n. 3179/2016 del 05/12/2016