I crediti in sofferenza delle banche italiane: un falso in bilancio?
Si legge quest’oggi su “IL MATTINO” di Padova, un articolo di Gian Paolo Pinton che gira il dito in una piaga dalle potenziali conseguenze deflagranti sul nuovo Decreto Salva Banche.
Il giornalista, infatti, richiama l’attenzione su un problema che i media sembrano ignorare: quello dell’incognita della veridicità delle sofferenze bancarie che addirittura, con il decreto salva banche in corso di conferma, saranno trasformabili in bonds i quali a loro volta saranno garantiti dal governo.
Molto peggio di quanto accadde in America nei primi anni 2000 con le conseguenze catastrofiche a tutti note del 2008, con lo scoppio del caso “Lehman Brothers” generatore di una crisi economica-finanziaria di tutto il mondo occidentale, senza precedenti, dalla quale, dopo 8 anni, non si accenna ad uscire.
Il problema, in Italia, non sarà l’impossibilità di recuperare quei crediti, sarà, viceversa, quello che quei crediti non esistono.
Continua giustamente il giornalista: “Potrebbe accadere un fatto sconvolgente, che cambierebbe le carte in tavola. La verifica da parte dei correntisti delle spese e dei tasi di interesse applicati ai loro prestiti. Essere magari in grado di dimostrare che, per averli ottenuti, hanno dovuto comperare “spontaneamente” azioni delle due banche (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca). Con le perizie econometriche si potrebbero scoprire se sono stati applicati tassi usurari. Questa forma di difesa che i correntisti hanno il diritto di applicare, potrebbe capovolgere la situazione: ovvero da creditrici le Banche potrebbero diventare debitrici, essendo obbligate dalla Magistratura a restituire tutto quanto addebitato illegalmente, qualora fosse dimostrato di aver applicato tassi e spese al di fuori della legge. Un salasso immenso che ammonterebbe a una cifra due/tre volte (se non di più) superiore al valore nominale del credito concesso. Altro fattore che porterebbe diritti al falso di bilancio da parte delle Banche: aver riportato a bilancio come crediti esigibili, quindi un’attività, questi importi in sofferenza. In realtà, queste posizioni potrebbero essere tutte minacciate da azioni legali per dimostrare l’applicazione illecita di interessi e spese usurarie. Su questo aspetto è bene richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e di conseguenza della Magistratura e degli Organi di Controllo (se controllassero davvero….) perché i bilanci delle banche italiane sono tutti sottoposti a questo rischio: infatti la maggior parte delle cause intentate per usura nei confronti delle Banche, stanno dando ragione ai cittadini correntisti, con l’obbligo forzato, per le Banche in questione, di restituire il maltolto più interessi e spese, spesso in silenzio, per non svegliare altri “cani che dormono”.
I nostri complimenti al giornalista, per avere centrato un problema che passa nel silenzio stampa ma che è di dimensioni gigantesche.
Cosa fare?
Davanti a queste prospettive è il caso quindi di monitorare conti e risparmi scegliendosi l’avvocato giusto, di comprovata esperienza che abbia al suo attivo ripetute vittorie contro le banche in Tribunali diversi.
In tal caso potrà impugnare gli atti senza paura. La legge è dalla sua parte, ma riuscirà a farla valere soltanto con professionisti che lo sappiano fare.
Redazione New Concept Advisory