Banca condannata: risarcirà il cliente
Banca condannata dopo esser stata portata in causa. 64mila euro: tanto la Banca di Cividale risarcirà ad una piccola Snc di Manzano. Le socie della piccola azienda si erano infatti rivalse presso il tribunale per ottenere la revoca del decreto ingiuntivo. La piccola attività era infatti stata condannata a saldare una posizione debitoria su un conto corrente aperto nel 2009 e chiuso dalla banca stessa nel 2013. A riportare la notizia il Messaggero Veneto del 4 Aprile 2016.
La decisione del giudice civile Francesco Venier, del Tribunale di Udine, ha avuto invece due effetti. In primis la dichiarazione di nullità del contratto e quindi degli interessi maturati. Di conseguenza è stata rigettata la richiesta presentata dalla banca che pretendeva di tornare in possesso del capitale prestato all’azienda. Questo in virtù del fatto che l’istituto stesso non ha mai provato quale fosse l’ammontare del proprio credito.
Revocato dunque il decreto ingiuntivo e spese processuali a carico della banca, unite a quelle della perizia tecnica disposta dal tribunale.
Tasso usurario
Sugli oltre 63mila euro di esposizione dichiarati dalla banca, il legale a difesa dell’azienda ha indicato che il tasso di interesse previsto dal contratto era del 13,37%, nettamente superiore al tasso soglia usura che si aggirava intorno al 12,7%. Fra le eccezioni mosse dall’avvocato della piccola società anche l’illegittimità della capitalizzazione trimestrale degli interessi debitori.
Dal canto suo la Banca di Cividale ha sostenuto che la quota calcolata dall’accusa fosse il frutto dell’interesse annuo dovuto alla capitalizzazione, ma che il tasso convenuto fosse invece nei termini stabiliti dalla legge.
La perizia tecnica
Al fine di dirimere la questione è stata richiesta una consulenza tecnica. Questa ha confermato l’esistenza di elementi oggettivi che hanno determinato il reato di usura, scagionando però i funzionari della banca che sono incorsi nell’errore di “attribuire rilevanza solamente al tasso degli interessi semplici e non a quello risultante dalla capitalizzazione trimestrale”.
Come agire?
In questi casi, troppo spesso, si è schiacciati dalla paura dello strapotere delle banche. Necessario, invece, mantenere la lucidità e, soprattutto, rivolgersi ad avvocati esperti della materia, perché come è dimostrato da questo e da altri casi le cause contro le banche si possono vincere.