Prestiti: cosa rappresentano allo stato attuale?
Prestiti forniti dalle banche. Sulla carta sono positivi e servono sia ai clienti che agli istituti di credito. In realtà, però, le banche si preoccupano veramente di favorire lo sviluppo di aziende e imprese? O pensano solo a far soldi sulle spalle degli altri?
Le banche: di cosa si preoccupano concretamente
L’ABI rivela che il credito a famiglie e imprese è aumentato rispetto al 2016. Dato positivo per gli istituti di credito, ma cosa implica per le imprese? Veramente possiamo classificare come punto favorevole questo dato, o c’è qualcos’altro sotto? Vediamo di far luce sulla situazione italiana attuale delle aziende e del loro rapporto con le banche.
Perché una società chiede un prestito? Ogni azienda ha l’obiettivo di far soldi. Questo può avvenire tramite uno sviluppo e un miglioramento del personale, delle tecniche di distribuzione di ciò che fornisce ecc. A volte, per velocizzare l’incremento di questi elementi o per far fronte a una scommessa a lungo termine, si chiedono dei soldi alle banche.
Le banche, essendo anche loro aziende private, hanno come obiettivo l’incremento del proprio patrimonio. L’unico modo per farlo è vendere la loro merce: in questo caso, i soldi. Per evitare prestiti non favorevoli, valutano sempre il patrimonio base di una società con cui intrattengono rapporti. Di poca importanza per loro, invece, sono gli obiettivi di sviluppo della stessa (cosa sbagliata).
Le intenzioni delle banche, per far bella figura e convincere i clienti a chiedere prestiti, è favorire il progresso di un’azienda. In pratica, però, non avviene ciò. Un esempio lampante è quando un’azienda continua a chiedere e pagare prestiti, ma non riesce a produrre denaro extra. In questa maniera lo sviluppo della società rimane fermo e le rate da pagare alla banca servono solo per sopravvivere. Ma l’intento iniziale delle banche di favorire lo sviluppo? Dove è finito? Con un esempio generico, che si può estendere a molti casi presenti in Italia, possiamo definire la realtà attuale delle banche.
La “dipendenza” creata verso il cliente: una triste realtà
Le banche, anche se inizialmente si mostrano come aziende di tipo farmaceutico, cioè che si occupano di salvaguardare il benessere del proprio cliente, in realtà sono degli spacciatori di cocaina. Enti che guadagnano creando una vera e propria “dipendenza” nel cliente. Le società hanno bisogno dei soldi delle banche per tenersi in piedi, ma in realtà l’unica azienda che sta guadagnando e sta progredendo è la banca. Il resto, può sopravvivere o essere schiacciato dalla troppa dipendenza.
Per questo si parla spesso di fallimenti aziendali dovuti a eccessivi debiti verso le banche. Queste non sono solo ipotesi o chiacchiere. Infatti, dalle elaborazioni dell’ufficio studi Statistiche di Intesa Sanpaolo su dati Istat e Banca d’Italia, rese pubbliche nel 2012, è stato evidenziato come dal 2001 al 2010 il credito alle imprese non finanziarie sia raddoppiato ma le imprese in quel lasso di tempo diminuirono fatturati e margini. Quindi, si può ritornare sul concetto che è stata venduta droga.
Il quadro generale però è ancora più grave del previsto. Secondo la Bce, che pubblicato il “Bank lending survey”, nel secondo trimestre del 2017 ci sono stati degli allentamenti nei criteri di offerta sui prestiti. In sostanza, ora a fare il mestiere delle banche troviamo altri enti, non bancari. Un dato non positivo che mette in risalto come gli istituti debbano cambiare radicalmente, per far fronte a quella che è la società attuale.
Non bisogna più pensare al guadagno in senso stretto e ignorare completamente lo sviluppo delle aziende. Perché, nel tempo, l’unico risultato a cui si può arrivare è una perdita totale. Se la banca non si preoccupa di far progredire gli enti a cui concede i prestiti, nel tempo sicuramente queste società spariranno, perché non saranno in grado di pagare più i soldi richiesti. Se aumentano le aziende fallite, diminuiscono i prestiti totali che vengono forniti. In pratica, si arriverebbe a una prospettiva futura di fallimento anche delle banche stesse. Un circolo vizioso che deve cessare di esistere. Bisogna tutelare i propri clienti e preoccuparsi anche della loro stabilità economica.
Non fatevi truffare, combattete per i vostri soldi
L’indagine condotta da Abi mette in risalto l’atteggiamento menefreghista degli istituti di credito. Aziende che si preoccupano solo di guadagnare soldi, senza tutelare minimamente i propri clienti.
Siate sempre vigili, non fatevi derubare dalle banche! Se avete problemi nei vostri conti, contratti finanziari o mutui, chiamateci: 0375-833181. Sapremo individuare tutte le irregolarità presenti nei vostri contratti e sapremo intervenire per farvi riavere i vostri soldi.