Interessi elevati. Colosso bancario condannato
Azienda edilizia cita in giudizio un colosso bancario per illeciti. Banca condannata dal Tribunale di Roma a restituire 42.000 euro.
Accertamento negativo del credito
Roma, 13 febbraio 2017. Un’azienda edilizia cita in giudizio un colosso bancario, per presunti interessi illeciti presenti all’interno di un conto corrente debitorio.
Grazie a un calcolo effettuato dal CTP dell’azienda, era stata rilevata usura bancaria oggettiva e soggettiva, per cui erano stati richiesti il risarcimento dei soldi versati alla banca, a causa di questi interessi non regolari.
La banca ha respinto la mediazione civile e le accuse, così è stato necessario procedere con il processo. Il giudice ha chiesto a un CTU la revisione del conto. Questo per verificare se effettivamente quel che diceva il CTP fosse vero.
In sostanza, dalle indagini sono stati individuati calcoli errati nella somma debitoria del conto corrente cui è oggetto la causa. Infatti inizialmente la somma debitoria sul conto ammontava a euro 63.004,2 euro, mentre adesso il valore ricalcolato ammonta a 21.735,19 euro.
Tra i motivi di questo calcolo bisogna ricordare che il superamento del tasso soglia tramuta un tasso d’interesse in tasso non legale.
“Il limite previsto dal terzo comma dell’art. 644 c.p., oltre il quale gli interessi sono sempre usurari, è stabilito nel tasso medio risultante dall’ultima rilevazione pubblicata nella Gazzetta Ufficiale ai sensi del comma 1 relativamente alla categoria di operazioni in cui il credito è compreso, aumentato della metà.”
Dove sono accertati interessi usurari ai sensi dell’art. 1815 c.c. “la clausola è nulla e non sono dovuti interessi”.
Una vittoria per l’azienda e una sconfitta per la banca.
La condanna
Il Tribunale di Roma, dopo aver accertato tutti gli elementi del caso, così ha deciso:
Accoglie parzialmente la domanda della parte attrice. Accerta che il saldo debitorio relativo al conto corrente affidato siccome rideterminato in sede peritale, risulta pari ad € 21.735,19, invece di € 63.004,21;
respinge tutti i residui profili di domanda compensando le spese di lite con la parte attrice;
condanna la banca a rifondere in favore dell’azienda le spese del presente giudizio che si liquidano nell’importo complessivo di 6.800,00 euro, oltre rimborso forfettario spese generali, I.V.A. e C.P.A. come per legge;
pone le spese di C.T.U. a carico della società convenuta.
Banche sempre pronte a guadagnare denaro
Questa sentenza dimostra come i colossi bancari applichino degli interessi illegali, con lo scopo di danneggiare i propri clienti. Ricordatevi sempre di difendervi da questi raggiri.
Fonte: Sentenza n. 2925/2017 pubbl. il 14/02/2017 RG n. 58251/2014 Repert. n. 3169/2017 del 14/02/2017